L'acquisto di una rotopressa è un momento per cui vale la pena una serie riflessione sul quale sia la tecnologia più adatta da scegliere, dalla camera fissa a quella variabile, dal sistema di raccolta al meccanismo scarico.

Tutti i dettagli costruttivi delle rotopresse incidono su prezzo finale e serve quindi concentrarsi sulle soluzioni più adatte alla vostra azienda.

Tanti parametri da opzionare 

La rotopressa è tra quelle categorie di macchine agricole che più richiedono una valutazione oculata in fase di acquisto. La scelta non è immediata per le peculiarità che contraddistinguono il settore foraggero nazionale ma, ancora di più, per l’offerta di macchine sul mercato italiano, ricco di marchi (anche tricolore) specializzati nella produzione di queste macchine.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

Se l’evoluzione tecnica di queste macchine non ha avuto i picchi evolutivi che hanno contraddistinto altre tipologie di attrezzature che hanno giovato dell’inserimento preponderante dell’elettronica.

Con le rotopresse i comparti R&D dei costruttori si sono concentrati sull’affinamento della meccanica per ottenere un prodotto qualitativamente elevato. Del resto la fase cruciale della fienagione che fa la differenza tra un buono e un cattivo prodotto è proprio quella di confezionamento del foraggio pressato in balle.

Le rotoimballatrici garantiscono buone capacità di lavoro unitamente ad un basso fabbisogno di manodopera con un solo operatore che può svolgere sia le funzioni di confezionamento che le successive manipolazioni del prodotto.

Che camera scegliamo?

Costruttivamente le rotopresse si suddividono in modelli a camera fissa e a camera variabile. I primi possono presentare diverse soluzioni nella camera di compressione: a rulli e catene, a rulli e cinghie o solo a rulli.

I secondi, invece, generalmente sono della tipologia a rulli e cinghie, anche se si possono avere versioni a rulli e catene. Fra le versioni a camera variabile la maggior parte dei modelli permette anche il controllo della densità iniziale della balla.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

In generale le soluzioni a rulli e cinghie sono più indicate per il secco siano essi fieno o paglia, mentre rulli e catene si comportano meglio con prodotti più verdi a più alto tenore di umidità, poichè troppo aggressivi sul secco.

Le macchine a camera variabile sono adatte sia per la paglia sia per il fieno e l’insilato, pur con le osservazioni fatte precedentemente sul sistema di compressione adottato (cinghie-catene).

Esistono inoltre versioni intermedie fra le due soluzioni sopra descritte, generalmente del tipo a rulli con settori superiori basculanti capaci di anticipare la compressione finale rispetto a una camera fissa, ma non di compattare inizialmente come una camera variabile.

Cuore di paglia

Il cuore di queste macchine è sicuramente la camera di pressatura. Le soluzioni dei costruttori in tal senso sono varie e vanno dalle cinghie ai rulli, dalle catene alle barrette. I rulli così come i tappeti a catene e barrette sono riconosciute come le alternative più versatili per la raccolta del prodotto da avvolgere con film plastico.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

Ci sono poi sistemi a catene e traversine, all’interno di una camera quasi ermeticamente chiusa, che sono le migliori per limitare la perdita di prodotto. Le traversine che rientrano nel flusso di alimentazione del prodotto, inoltre, facilitano la rotazione della balla.

Il più grosso limite, tuttavia, è costituito dalla rumorosità di funzionamento. Più silenziose, invece, le presse a rulli o a cinghie che sono mosse solitamente da catene cinematiche più complesse.

Questione di potenza

Le rotopresse a camera fissa hanno la reputazione di essere più esigenti in termini di assorbimento di potenza dei modelli a camera variabile. Confezionando sistematicamente un nucleo soffice della balla, queste macchine sembrano avere bisogno di minore potenza in fase di avvio e riempimento della camera.

Il massimo picco di assorbimento si ha nella fase finale di formazione balla, in quanto la densità di questa dipende generalmente dal livello di legatura applicato ai margini della balla. Sulle rotopresse a camera variabile, invece, la richiesta di potenza è elevata al momento dell’avvio della formazione del nucleo e poi si mantiene stabile fino alla fine del ciclo di preparazione della balla.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

La forma perfettamente cilindrica delle balle è importante per agevolarne il trasporto e lo stoccaggio, ma soprattutto per l’avvolgimento con film plastico. Eventuali irregolarità marcate, soprattutto quando l’altezza del prodotto sui lati è superiore, il rischio è che si formi una sacca d’aria al centro della balla che può dare il via a fermentazioni anomale.

Circonferenze precise

In fase di raccolta dell’andana è quindi necessario cercare di ottenere un carico uniforme. Questo comporta la realizzazione di andane di una larghezza pari a quella della camera di pressatura.

La formazione della balla dipende, però, anche dalle dimensioni del pick- up. I pick-up larghi comportano talvolta un eccesso di prodotto suo bordi della balla; per evitare tale inconveniente, i costruttori hanno progettato una forma particolare del canale di alimentazione che consente di ottenere, ad esempio,

il riempimento uniforme di una camera larga 1,2 m con un pick-up da 2. Tra gli elementi di rilievo il pettine compensatore di andana per fieno corto (collocato sopra il pick-up) che svolge una funzione importante nella raccolta del foraggio corto: incanalando nuovamente il flusso di prodotto verso l’alimentatore, ne impedisce la caduta e ne limita la perdita.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

Le rotoimballatrici a camera fissa

Le rotoimballatrici con camera di compressione a volume fisso sono dotate di pick-up di raccolta con ruotino tastatore che introduce il foraggio/paglia nella camera di compressione, dove – grazie agli elementi di trasporto e pressatura - è costretto ad assumere un movimento rotatorio.

L’afflusso continuo di prodotto spinge gli strati esterni a convergere verso il centro con pressione sempre maggiore. Si confeziona così una balla con “nocciolo morbido”, a forma stellare, e strato esterno compatto.
 

Rotoimballatrici a camera fissa
Larghezza pick up 1,2-2 m
Velocità avanzamento 5-8km/h
Resistenza trazione  1-1,2 kN/m
Produttività lavoro 15-30 balle/h
Potenza assorbita  23-33 kW/m
Massa a vuoto 1.700-2.000 kg


 

Le roto imballatrici a camera di compressione fissa a cinghie


 In questo caso le balle sono legate con spago (10-18 spire) o con rete (2-3
giri); la rete richiede minor tempo (10-15 s), riduce le perdite meccaniche di prodotto nelle successive fasi di post raccolta, diminuisce la sensibilità alla pioggia.
 

Caratteristiche balla  
Dimensioni altezza 1,2-2,0 m; ∅ 1,2-1,6 m
Massa 180-600 kg (fieno) 120-500 kg (paglia)
Massa vol. 210-280 kg/m3 (fieno); 120-160 (paglia)
Consumo spago 53 m/balla (∅: 120; 14 spire)

 

Rotoimballatrici a camera di compressione variabile

Le rotoimballatrici con camera di compressione a volume variabile hanno anch’esse un pick-up di raccolta (a denti flessibili e ruotino tastatore) a cui segue un rullo alimentatore che porta il foraggio (paglia) nella camera di compressione.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

Il nucleo della balla prende forma in una cavità fissa delimitata anteriormente da alcuni rulli metallici e posteriormente dalle cinghie in gomma poste nella posizione di minor pressione. All’ aumentare delle dimensioni della balla, le cinghie - esercitando una pressione sempre costante sul prodotto in rotazione - si allargano formando una camera via via più voluminosa.

Si formano così balle ad alta densità con nocciolo soffice.

Rotomballatrici a camera variabile
Larghezza pick-up 1,8-2,0 m
Velocità avanzamento 4,0-7,0 km/h
Resistenza trazione 1,2-1,4 kN/m
Produttività lavoro 15-30 balle/h
Potenza assorbita 23-30 kW/m
Massa a vuoto 2.100-2.500 kg

Per balle premium

La valenza tecnica delle macchine a volte non è tutto. Sono tre i pericoli di un crollo della resa nella fase di raccolta del foraggio.

Dal punto di vista della qualità del lavoro occorre prestare particolare attenzione a tre aspetti prevalenti: inquinamento da prodotti estranei (terra, polvere, sassi, ecc.), perdite per prodotto non raccolto o per frantumazione durante le operazioni di raccolta, maltrattamento del foraggio.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

Per quanto riguarda l’aspetto della “contaminazione” bisogna prestare attenzione a tutte le fasi operative che agiscono a stretto contatto con il terreno, soprattutto, quindi, nelle operazioni di falciatura, rivoltamento, andanatura e raccolta.

La situazione ottimale è quella che permette la raccolta del prodotto senza toccare il terreno, ma anche la velocità di lavoro riveste analoga importanza per effetto dei saltellamenti che limitano la capacità di adattamento del dispositivo di raccolta al profilo del suolo. Le perdite riguardano sia il prodotto non raccolto che il distacco di parti nobili nelle varie fasi di lavorazione.

E la percentuale di perdite può oscillare da un 3-4% fino al 15-20%. Oltre che durante le operazioni descritte, casi di maltrattamento del foraggio possono essere legati alla tipologia di macchina utilizzata per l’imballatura, e quindi al percorso seguito all’interno della macchina.

Rotpressa: fissa, variabile, quale scegliere

La raccolta con andane sottodimensionate, aumenta la percentuale di foraggio che viene a contatto con il pick-up, causa un maggior maltrattamento rispetto ad andane più voluminose e quindi meno sollecitate dagli organi di lavoro dell’imballatrice.

Anche la velocità di rotazione del pick-up ha la sua influenza. Andrebbe impostata in funzione della velocità di avanzamento dell’imballatrice, in modo da rendere il contatto delle molle con il foraggio il più dolce possibile.

Pertanto, durante il carico l’andana deve rimanere ferma e leggermente sospinta in avanti. La cattiva sincronia fra la velocità di avanzamento della macchina e quella di rotazione del pick-up incide notevolmente sul maltrattamento del foraggio.