L'erpice UNIA ARES XL H 4,5 è un progetto polacco contro il residuo per una preparazione del terreno che soddisfa anche le esigenze colturali italiane.
UNIA è un costruttore poco conosciuto in Italia ma che ha già preso piede in numerosi paesi in Europa, e non solo dell’Est come si possa credere.
Oltre a Russia, paesi Baltici, Est Europa, e Polonia, di cui il brand è originario, la line di vendita si estende in Germania, Paesi Bassi fino in Francia. Particolare il motto del marchio “Acciaio svedese, sforzo polacco”.
Approda anche in Italia e i primi agricoltori, ubicati nella provincia di Pavia, sono stati innanzitutto attratti da un prezzo competitivo ma anche da alcune peculiarità che differenziano gli erpici polacchi dai più comuni attrezzi a dischi.

Struttura e progetto convincenti
In particolare hanno colpito le flange anteriori, con funzioni differenti a seconda degli utilizzi.
La possibilità di installare dischi poco incisivi e più verticali rispetto a quelli di tipo aggressivo ha convinto del tutto all’acquisto, perché si può impiegare così una macchina di più large dimensioni per avere capacità orarie maggiori.
I dischi Disc XL 560 Classic sono pensati, infatti, per tagliare verticalmente il suolo senza lavorarlo in profondità, sminuzzando i residui colturali nel miglior modo possibile.

È stata questa la scelta che ha definito l’equipaggiamento dell’attrezzo: i dischi di questa tipologia non rimescolano il terreno in profondità e garantiscono sforzi di trazione minori, ma un risultato comunque discreto dal punto di vista dell’interramento dei residui colturali -agevolato dai denti verticali - che vengono ridotti drasticamente in grandezza, e sono quindi più facilmente smaltibili nell’appezzamento, anche se non interrati.
Si può pensare che con un’azione non profonda dei dischi non si abbia un pareggiamento del terreno, ma in realtà sono le flange rigide anteriori che agiscono per livellare il terreno se regolate per muovere discreti quantitativi di terreno.
Dischi su silent-block
I dischi a V sono sospesi sui silent-block e hanno la regolazione idraulica della profondità di lavoro dettata dal rullo posteriore.
Altre 3 regolazioni idrauliche gestiscono l’alzata dell’asse posteriore, dell’apertura e chiusura nonché dell’inclinazione delle flange. Si fa tutto dalla cabina del trattore dunque, se non che ogni singolo pistone (accetto per l’apertura) è bloccato meccanicamente da dei fermi rigidi che accorciano la corsa del pistone stesso.

I denti fissi si regolano meccanicamente su 4 aste veloci e semplici da modificare, per alzarle o avvicinarle a terra. Permettono un miglior interramento del residuo, in quanto la terra e i residui lanciati dai dischi incontrano i denti e vengono rimescolati ulteriormente.
Il rullo posteriore ha i pulitori rigidi tra gli anelli che sono fissati al contrario che i normali rulli di questa tipologia. Nessun intasamento in ogni caso e una pressione al suolo che si rivela adeguata secondo le esigenze.
L’aggancio al trattore semi-portato lascia il perno di rotazione piuttosto lontano dal trattore, e questo permette all’attrezzo di girarsi su se stesso nelle manovre più strette.
Assali ADR
L’ARES ha la particolarità del telaio con assale ADR a posteriore esterno al telaio: non influisce sul flusso di lavoro ma su strada tende a tagliare maggiormente le curve che un assale integrato a metà macchina.
L’ARES XL di circa 40 quintali ha la frenatura ad aria. Il peso detta la stabilità dell’erpice sul terreno: più è stabile e meglio avverrà la lavorazione con un risultato finale per cui si ha la certezza che il passaggio lasci il terreno senza avvallamenti.

Sono state aggiunte due valvole di blocco in post-vendita poiché nei lavori di rifinitura l’attrezzo non aveva una stabilità e tendeva a saltare.
Di questo modo i due semi-telai sono irrigiditi e non avendo la possibilità del flottante non hanno movimenti involontari.
Prezzo conveniente
Da sottolineare il prezzo dell’attrezzo, che in questa versione pieghevole con tutte le regolazioni idrauliche si attesta intorno ai 20 mila euro più IVA.
Piuttosto competitivo se si vuole paragonare l’attrezzo a marchi di qualità che però non si fermano a questa cifra.

La potenza richiesta, data l’inclinazione dei dischi, non è elevata, anche se quando l’attrezzo è impiegato su terreni già lavorati crea sforzi di traino maggiori. L’acciaio svedese è già una garanzia per la solidità e la longevità dell’UNIA, che però ha anche confermato in campo questa prima impressione positiva.
Fotogallery: Erpice UNIA ARES XL H 4,5