La raccolta olive del 2025 aumenterà del 30% rispetto a quest'anno, mentre i prezzi dell'olio caleranno vistosamente al consumatore.
Produzione scarsa e i prezzi dell’olio alle stelle dell’ultimo anno saranno un cattivo ricordo per il consumatore finale.
La prossima campagna olivicola nel Mediterraneo vedrà la raccolta aumentare del 30% e il costo dell’oro giallo normalizzarsi. Lo sostiene Ignacio Silva, ceo del colosso spagnolo Deoleo intervistato da Il Sole 24 Ore, di cui, di seguito, riportiamo i punti salienti.
In Italia Deoleo possiede marchi come Bertolli, Carapelli, Sasso; in Spagna, invece, detiene etichette storiche come Carbonell o Maestros de Hojiblanca. In tutto, 27 brand e un fatturato di 837 milioni di euro giocato prevalentemente tra il primo produttore mondiale di olio d’oliva, la Spagna, e il secondo, cioè l’Italia.
Raccolta olive 2025
Che campagna olivicola ci attende per l’anno 2024-2025?
A questo punto dell’anno, le condizioni climatiche attuali sono più incoraggianti. Abbiamo superato i mesi di aprile e maggio, durante i quali avviene la fioritura dell’olivo, senza episodi di caldo estremo e con livelli di pioggia adeguati.
Ad oggi, e senza ulteriori informazioni su ciò che accadrà nei prossimi mesi, riteniamo che i quantitativi del raccolto 2024/2025 raggiungeranno livelli normali e che sarà una campagna del 30% superiore alla attuale nella regione mediterranea, il che avrà un impatto sui prezzi che potranno normalizzarsi grazie a maggiori scorte e saranno inferiori a quanto abbiamo visto negli ultimi due anni.
In Italia la responsabilità dell’aumento esponenziale del costo dell’olio extravergine di oliva nell’ultimo anno è stata data alla mancanza di produzione e di scorte della Spagna.
Nei Paesi mediterranei la produzione ha subito un forte calo negli ultimi due anni, a causa dell’elevata dipendenza del settore dai fattori meteorologici.
Raccolta olive 2025
L’impatto sulla disponibilità di olio spagnolo è stato importante e, unito al trend di crescita dei consumi a livello internazionale, si è tradotto in un aumento senza precedenti dei prezzi dell’olio d’oliva.
Nell’Unione europea il calo della produzione nel 2022/2023 è stato del 40% e la causa principale è stata l’impatto della bassa produzione spagnola, che è diminuita del 55%.
L'aumento dei costi di materia prima
L’aumento dei costi della materia prima ha portato a un grave impatto sui prezzi dell’olio d’oliva anche nei supermercati in Spagna, con un aumento del 46,3% alla fine del 2023, secondo i dati Nielsen.
Le nuove aree del mondo per la produzione olivicola
Spagna e Italia restano i principali produttori a livello mondiale: insieme, valgono il 51% della produzione globale.
Detto questo, c’è da considerare che ci sono Paesi a diverse latitudini dove la coltivazione dell’olivo può svilupparsi e che, grazie a nuovi impianti di coltura in intensivo e super-intensivo, pur essendo lontani dai nostri livelli di produzione, potranno in futuro diventare una concorrenza alla produzione mediterranea.
Per esempio ad Argentina e Cile, o a Paesi più vicini come Portogallo e Tunisia.