I furbetti dell'agricolo e le truffe all’UE: confiscati beni per 150 mila euro ad agricoltori bresciani. Purtroppo non è un caso isolato. Con un’escamotage un'impresa agricola a conduzione familiare bresciana ha ottenuto le sovvenzioni. Ma sono tanti quelli che ci provano (e vengono beccati).
Per godere dei fondi stanziati dall'Unione Europea per l'avviamento dell'attività agricola giovanile, una famiglia avrebbe creato una seconda attività ad hoc, con lo scopo però di salvare la storica azienda che versava in condizioni precarie.
È quanto accaduto pochi giorni fa a Brescia, dove i carabinieri del nucleo investigativo di Bologna, sezione Eppo (European public prosecutor's office), hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca disposto dal gip del tribunale di Brescia per un valore di 153mila euro; l'equivalente dei contributi percepiti a fondo perduto.

Acquisizione indebita dei fondi destinati ai giovani agricoltori
Si tratterebbe, dunque, di una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in danno dell'Unione Europea.
A mettere in piedi il piano sarebbe stata una famiglia bresciana (composta da moglie, marito e figlio) che opera nel settore agricolo in provincia di Parma.
Secondo le indagini svolte, nel 2019, il 26enne figlio della coppia, avrebbe assunto la titolarità della seconda società.
E questa operazione, avvenuta pochi mesi prima che il giovane subentrasse come amministratore al posto della madre, è stata – secondo gli inquirenti – strumentale al salvataggio dell'altra azienda di famiglia, principale e storica, che versava in precarie condizioni economiche e posta in liquidazione a causa dei tanti debiti.

Non solo, anche l'assunzione della responsabilità societaria da parte del ragazzo sarebbe considerata fittizia, in quanto erano i genitori a condurre materialmente l'attività. Insomma, attraverso questa "escamotage", la famiglia in questione ha ottenuto le sovvenzioni che l'Europa mette a disposizione dei giovani che vogliono entrare nel mondo dell'agricoltura.
Non un caso isolato
Ma non è un evento singolo e raro. Sono diverse infatti le truffe simili registrate nell'ultimo periodo. Diverse settimane fa (notizia di inizio giugno 2023), la Guardia di Finanza di Enna, ha confiscato beni e denaro al titolare di un'azienda agricola della provincia di Messina, per un valore complessivo di circa 100mila euro, in quanto profitto del reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di contributi pubblici dell’Ue e destinati al comparto agricolo ed erogati dall’AG.E.A. – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura.
Sempre a Enna, una donna titolare di un’azienda agricola di Troina (EN), è stata denunciata (e poi condannata) all’autorità giudiziaria al termine di un’approfondita indagine che ha portato alla luce una serie di false certificazioni attestanti il possesso di vasti terreni, presentate all’AG.E.A. per ottenere illecitamente contributi anche in tal caso finanziati con fondi della politica agricola comune (PAC) dell’Unione Europea.

Altri casi simili recenti
E non finisce qui. Ad aprile la Procura Europea e il Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina hanno sequestrato beni per 322mila euro in provincia di Crotone per truffe ai danni dell’Ue. Gli indagati avrebbero commesso reiterate condotte illecite per il conseguimento di erogazioni pubbliche nel settore degli aiuti alle imprese agricole concessi nell’ambito della Politica agricola comune.
A Messina, la Guardia di Finanzia ha recentemente scoperto una truffa all'Unione Europea di oltre 530mila euro: al centro delle indagini un'azienda agricola attiva nel comune di Caronia e beneficiaria di finanziamenti comunitari.

Notizia di maggio, infine, riguarda il sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Catanzaro su richiesta dell’European Public Prosecutor’s office (Eppo) di Palermo per l’ammontare complessivo di 713.377,61 euro.
Si tratta di un’indagine della procura europea di Palermo per una truffa ai danni dell’Unione Europea, dello Stato e della regione Calabria.
La guardia di finanza ha proceduto al sequestro di beni e conti correnti nei confronti di sette indagati.
Insomma, siamo di fronte a una pratica tutt'altro che fuori dall'ordinario. Per fortuna, però, i "furbetti dei fondi" difficilmente la passano liscia, e i soldi messi a disposizione dall'Europa per i giovani agricoltori possono essere spesi bene e investiti in un comparto sempre più importante per la nostra economia.