Allevamenti e latte: il settore segna un quasi record: nel 2022 si registra un più 25% sul prezzo all’origine, per un andamento che non si registrava da 30 anni.
Il latte, torna ad essere un bene scarso nel 2022, passando da una quotazione di 40 centesimi a 60, aumentando grazie al mercato di un ordine di grandezza superiore rispetto a quanto ottenuto inizio anno con l’accordo politico.

Le aziende si sono viste riconoscere un amento di prezzi che non era arrivato da trent’anni.
Ma lungi dal cadere in facili entusiasmi, bisogna valutare cosa succerà dopo. Il latte ha sì avuto un incremento del 25% in media sull’anno precedente, ma i costi dei principali fattori produttivi sono aumentati ben oltre.
Il costo dei foraggi
L’approvvigionamento dei foraggi è stato difficilissimo, sia per quanto riguarda i costi di produzione che per le rese, inferiori a causa della siccità. È stato difficile produrre con il gasolio a prezzo doppio, fertilizzanti al triplo e molti altri fattori produttivi aumentati del 30% rispetto al 2021.
Rispetto agli altri paesi europei ci son stati ulteriori aggravi anche per scelte politiche pregresse dal punto di vista logistico ed energetico.

Il latte quotato a 60 centesimi, clamoroso dal punto di vista dell’emotività, ha generato un entusiasmo che non ha avuto un riscontro nei conti delle aziende.
È necessario quindi mantenere molta freddezza e ponderare bene eventuali investimenti aziendali, anche in considerazione del crescente costo del denaro con la spinta rialzista dei tassi dei mutui (oltre ai consolidati aumenti di listini e il depotenziamento di strumenti come il credito d’imposta e gli incentivi per l’industria 4.0.
L'impatto della nuova Pac
Bisogna poi considerare la nuova Pac con il taglio dei contributi diretti e l’aumento di vincoli e penalizzazioni, che ci porteranno a ridurre ulteriormente le produzioni ostacolando l’operatività delle aziende italiane.

Un esempio su tutti l’ecoschema 1 della Pac per la zootecnia che si innesta sul contorto disegno del sistema Classyfarm, della ricetta elettronica (di cui l'Italia è pioniera in Europa) e del registro elettronico dei trattamenti imponendo ulteriori parametri valutativi a cui viene vincolato circa il 30% della vecchia Pac).
La strada è ancora in salita
Di fatto gli allevamenti avranno ancora più difficoltà ad essere competitivi, ad esempio è previsto l’abbandono della profilassi della messa in asciutta, pratica sanitaria di comprovata efficacia da decenni, il cui impiego sarà sufficiente per porre gli allevamenti fuori dai parametri di riferimento.
La Pac era stata pensata per abbassare il costo del cibo, di quell’intento oggi non rimane nulla, così come non resta nulla dell’aiuto nelle tasche degli agricoltori che lo rifondono anche nel rispetto di tutti i vincoli imposti.

Oltretutto, contrariamente a quanto proclamato, tutti questi vincoli sembrano non favorire le piccole aziende che chiudono facendo venir meno il presidio del territorio. Resistono e si ingrandiscono le grandi imprese che la politica agricola europea osteggia equiparandole alle industrie e quindi, in seconda battuta, ponendo ulteriori ostacoli anche a queste.
Cosa succede in Ue
Venendo al mercato del latte, Germania e Francia nei primi 8 mesi avevano registrato un calo produttivo, ma a fine 2022 hanno recuperato, complici anche le misure protezionistiche, in un’Europa che dovrebbe essere omogenea e libera sul piano normativo e commerciale, come il blocco di esportazione delle manze dalla Germania costringendole a partorire nel loro paese producendo dunque più latte in loco.

A fine 2022 in Italia le quotazioni del latte d’importazione sono scese mentre il latte nazionale vede un calo di produzione e l’aumento di prezzo. Il rischio è che tutta la quota parte della produzione nazionale che resta fuori dai prodotti DOP vada in competizione con un mondo tornato ad essere quello di un anno fa, quindi con diverse stalle in posizione di grande svantaggio.
Serve supporto politico
Tutto il settore chiede alla compagine politica un supporto, soprattuto negli interventi strutturali che agevolino l’aggregazione dell’offerta (tra cui anche una proroga dell’industria 4.0 con le medesime aliquote del 2022 ed azioni di calmierazione sui tassi d’interesse).
La politica nazionale deve far sentire il proprio peso a livello europeo perché considerino il percorso virtuoso già fatto dagli allevamenti Italiani, con l’introduzione dell’innovazione, la riduzione delle emissioni e l’impiego limitato ed estremamente mirato dei farmaci, che dalla nuova Pac saranno ingiustamente penalizzati e che, nonostante il prezzo del latte, si trovano a terminare un anno galleggiando attorno al punto di pareggio.