Trattori: il rischio di un aumento dei prezzi di listino potrebbe realisticamente aumentare. La crisi dei chip e il rincaro delle materie prime e dell’energia non faranno altro che spingere i costruttori a rivedere al rialzo i prezzi di listino.
Indiscrezioni dal mondo industria agromeccanica fanno trapelare che i prezzi potrebbero aumentare ancora di più nei prossimi dodici mesi perché quando i costruttori vanno a negoziare con i fornitori di semiconduttori questi dicono
"Ho più clienti, o mi paghi di più per i chip o li vendo ad altri".
In pratica la vecchia cara legge della domanda e dell'offerta. Gli allarmi sul rincaro dei listini c'è, anche in conseguenza dell’aumento di acciaio, gas, energia, rame, alluminio e altri fattori produttivi. Alla fine il prezzo dei trattori rischia di crescere e non di poco.
Produzione contingentata
I trattori forse aumenteranno di prezzo. La carenza di semiconduttori, quindi, sta spingendo alcuni costruttori a limitare la produzione a modelli più redditizi e nelle regioni che danno più margine. Inoltre, i prezzi stanno già oggi salendo perché chi ha bisogno di un trattore nuovo deve spostare la sua attenzione su versioni più accessoriate o più potenti, salvo non voglia aspettare 10 o 12 mesi per la consegna.
Per i costruttori la situazione non è del tutto negativa. Anzi... I brand potrebbero il cosiddetto power pricing, ossia la capacità di determinare i prezzi. È il fenomeno che sta ad esempio influenzando il settore auto. In pratica i costruttori potrebbero rivedere al rialzo le proprie stime sull’esercizio 2021 per tener conto di un miglior mix di prodotto e di prezzo: in sostanza, si vendono meno trattori ma più cari.
In ogni caso tutti costruttori sono d'accordo nel sostenere che l’incertezza causata dalla pandemia e dalla crisi dei chip non sta supportando un mercato, quello dei macchinari agricoli che è in totale ripresa.
Pericolo Est, Cina in pole position
C'è un altro tema caldo per il settore agromeccanico: le mire cinesi sul mercato europeo. Si tratta, anche in questo caso di un a mera supposizione poiché gli addetti al settore agricolo europei hanno dimostrato la scarsissima propensione a trovare interessante l'offerta agromeccanica cino-indiana in primis (si pensi ai tentativi di penetrazione in Ue di Mahindra o, peggio, di Arbos).
Però attenzione. Anche nel settore agromeccanico stanno iniziando mutare. Il rischio che il Vecchio Continente perda competitività nei confronti della Cina e India in caso continua crescita dell'elettrificazione, soprattutto nella componentistica agromeccanica.
Se l'Europa, inoltre, diventa il continente con più soluzioni agri alimentate a batteria, sarà terreno di conquista per i cinesi. Sono più competitivi nell'elettrico che nell'endotermico.
Le paure partono dal settore auto
È quanto temono ad esempio i costruttori di automobili europei che temono che al crescere di normative più restrittive in termini di emissioni e lo spostamento è sull'auto a batteria. Questo comporta che i cinesi guarderanno all'Europa invece che agli Usa complici i regolamenti e l’eventuale bando ai motori a combustione già nel 2035 rappresentano degli svantaggi per l’industria automobilistica.
Il divieto crea confusione nella clientela e arena la donata di automobili nel presente e in più la situazione non dà il tempo ai produttori di ammortizzare la tecnologia o di salvaguardare i posti di lavoro nell'intera catena del valore. Dunque, sarebbe meglio uno scenario senza con minori rigidità sulle restrizioni, perché in un quadro di incertezza come quello attuale se le istituzioni europee decretano che i motori a combustione non possano essere venduti nel 2035, ci sarà un effetto di anticipazione sulla domanda molto pericoloso.
Lo vediamo ora che c'è incertezza quando si acquista un ibrido, un ibrido plug-in, un elettrico. Non è necessario parlare di proibizionismo, ma andare per gradi per organizzarsi per sostituire le auto a combustione nel 2040.
Il settore agromeccanico è differente. Però...
certo il settore legato al mondo di trattori e attrezzature non segue pedissequamente il mondo dell'automobile. I trattori sono macchine nate per lavorare e che richiederanno ancora per molto tempo il motore endotermico.
Ma non c'è da dormire sugli allori perchè l'elettrificazione di moltissime componenti di trattori e attrezzature è già una realtà. Così come l'aumento di soluzioni elettriche e a batteria in tantissimi ambiti al settore agricolo correlati (giardinaggio professionale, movimentazione e sollevamento per citarne alcuni). E questo è un mercato in cui Cina la fa da padrona.
E non dimentichiamo che in questo Paese, la ricerca e sviluppo in abito elettrico anche e soprattutto per la meccanica industriale la sta facendo da padrone tanto che quello che è lo standard attuale può essere rapidamente stravolto da nuove tecnologie, anche sulla mobilità dei macchinari agricoli.
Sareste insomma pronti a scommettere sull'impossibilità di creare batterie per macchinari agricoli elettrici con autonomia adatta al lavoro sotto sforzo in pieno campo, in grado di risolvere i limiti di ricarica e di logistica dei trasferimenti campo azienda? Io no.