Nella filiera del Parmigiano, i produttori di latte risultano in perdita anche nel 2023.

Il motivo si riassume in due elementi principali: i costi alla stalla restano elevati ma le quotazioni del formaggio scendono.

Le tensioni sulla remunerazione dei produttori del latte in Italia non risparmiano quindi nemmeno le Dop, punta di diamante dell’alimentare made in Italy ad alto valore aggiunto. Per il secondo anno consecutivo, in Emilia Romagna gli allevatori che conferiscono il latte al Parmigiano Reggiano chiudono il bilancio in perdita.

La qualità non paga?

La colpa non è dei risultati della Dop, che nel 2022 era cresciuta del 6,9% a valore e del 2,6% a volume, e che nel 2023 sembra tenere anche sul mercato interno.

Il problema degli allevatori, sostiene la Confagricoltura, sta nel fatto che negli ultimi due anni il prezzo all’ingrosso del formaggio è calato, mentre i costi di produzione del latte sono rimasti elevati.

Secondo le stime dell’associazione, in Emilia Romagna il costo medio di produzione per 100 chili di latte da Parmigiano Reggiano nel 2023 è tra i 75 e i 76 euro, comprensivo delle voci di spesa per l’alimentazione del bestiame e per la manodopera dipendente e familiare.

Filiera Parmigiano: allevamenti latte in perdita nel 2023

Nel 2022 i costi medi erano di 75,90: di fatto, il ridimensionamento dei costi energetici registrato nel corso del 2023 è stato assorbito dall’incremento degli oneri finanziari dovuti al balzo dei tassi di interesse.

Costi di produzione alla stalla pressoché invariati, dunque. In compenso, tra gennaio e settembre del 2023 le quotazioni all’ingrosso del Parmigiano Reggiano sono calate del 5,2%, da 10,57 a 10,02 euro al chilo, e nel mese di ottobre il calo registrato è stato addirittura dell’8%.

Filiera Parmigiano: allevamenti latte in perdita nel 2023

Ridistribuzione dei margini di filiera

Più in generale a calare, quest’anno, è stato il prezzo di tutto il latte alla stalla:

La remunerazione degli allevatori è scesa in media più del 20% nel 2023, mentre gli oneri finanziari sono quasi triplicati - dichiara Alfredo Lucchini, vicepresidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Emilia Romagna e socio dell’Op Agri Piacenza Latte.

Inoltre la Germania, prima esportatrice di latte in Italia, è tornata a riversare il prodotto sul nostro mercato dopo la battuta d’arresto dell’anno scorso.

In questo scenario le aziende lattiere si sono ritrovate a fronteggiare una tempesta perfetta: l’ampia disponibilità in magazzino accompagnata però dalla domanda in drastica flessione per via anche del calo dei consumi di molti prodotti caseari.

Per queste ragioni da settimane gli allevatori italiani di tutte le associazioni stanno chiedendo al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la riconvocazione del tavolo latte, fermo ormai a marzo 2022 (fonte Sole 24 ore).