Parte la campagna mais da insilato ma non mancano le incognite pesanti, che vanno analizzate prima di prendere decisioni di cui ci si potrebbe pentire, a partire dalla scelta delle varietà.

Siamo infatti in procinto di seminare e anche per il 2023 la campagna sembra ricca di dubbi e incertezze  amplificati da uno scenario di mercato dove in generale i costi, seppur calanti, si sono assestati su livelli ancora sostenuti.

foto mais da insilato: si parte con grande incertezza

Rischio siccità

Il rischio più grosso è quello di trovarsi di nuovo davanti a un anno di penuria in precipitazioni e dopo un inverno con una una significativa riduzione di precipitazioni sia di neve che di pioggia, in particolare su pianura Pianura Padana. 

Così la stagione si presenta ancora più problematica di quella vissuta nel 2022, soprattutto per gli allevatori. Un eventuale inasprimento di siccità e caldo si potrebbe interporre nel tragitto lungo la meta come ulteriore ostacolo per i secondi raccolti.

foto mais da insilato: si parte con grande incertezza

La strada è il mais precoce?

Un supporto per la campagna 2023 potrebbe arrivare dalla scelta di un mais precoce per trinciato, scendendo di una classe di maturità senza perdere in rese, visto il recente incremento delle potenzialità produttive degli ibridi con cicli di maturità più precoce.

Si potrebbe anche anticipare la raccolta anche con ibridi di pari classe che non allunghino eccessivamente il ciclo vegetativo.

In entrambi i casi  si arriva a maturazione con una irrigazione in meno, grazie a piante meno “lunghe” alla raccolta con la trincia.

foto mais da insilato: si parte con grande incertezza

Diversificazione dei cicli


Una strategia alternativa potrebbe essere quella di diversificare i cicli.

Risulta opportuno scegliere classi di maturità differenti non solo per le diverse tipologie dei terreni ma anche per fronteggiare la reale evoluzione delle temperature estive, delle piogge e della disponibilità d’acqua nel proseguo della stagione.
Questo potrebbe consentire di affrontare con più tranquillità i raccolti nelle ultime settimane critiche così da adattare in corso d’opera la strategia di destinazione dei raccolti, optando ad esempio tra pastone o insilato.

Si potrebbe anche optare per ibridi delle diverse classi con maggiore tolleranza allo stress termico e alla carenza d'acqua o quelli che consentano la massimizzazione energetica dell’insilato. Energia preziosa che verrà poi trasformata in latte, carne o energia.

La buona tecnica agronomica

Anche agronomicamente serve ridurre gli stress, a partire dall'ottimizzazione della nutrizione azotata e al suo graduale rilascio così che gli apporti del nutriente siano il più possibile allineati alle esigenze da parte della coltura.

foto mais da insilato: si parte con grande incertezza

Il semplice monitoraggio satellitare per valutare il fabbisogno idrico delle piante, l’utilizzo delle sonde di umidità o sistemi a rateo variabile, sono solo alcune delle opportunità a disposizione dell’allevatore.

Sempre in tema di stress la protezione dagli attacchi della piralide o il biocontrollo tramite ceppi atossigeni di Aspergillus flavus rappresentano per gli impieghi zootecnici prassi indispensabili per proteggere la trincea in quantità e qualità.