Agricoltura innovativa, arriva il nuovo fisco a partire dal 2025.
Il decreto legislativo che contiene misure sul reddito d’impresa, sull’Irpef e sul fisco in agricoltura andato all’esame del Parlamento.
Il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri in prima lettura il 30 aprile, anche per veicolare la promessa del bonus di 100 euro, da corrispondere nel gennaio 2025 vista la mancanza di risorse quest’anno.
L’indennità è indirizzata a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio.
In tutti questi mesi il decreto è rimasto nel cassetto, anche per dare la precedenza ad altri provvedimenti della riforma fiscale. Ora il vice ministro delle Finanze, Maurizio Leo, annuncia che tutto è pronto per l’esame del Parlamento e per la formulazione del parere.
Agricoltura italiana: nel 2025 arriva il nuovo fisco
I contenuti della nuova normativa
Nel decreto approvato a fine aprile viene riconfermata la tassazione catastale e nello stesso tempo, per la prima volta, si disciplina, sul fronte tributario, l’agricoltura che prescinde dal terreno, quella delle vertical farm e delle colture idroponiche.
Le norme, in questo caso, si articolano in due tempi: il reddito dominicale farà perno sulla tariffa d’estimo più alta in vigore nella provincia di localizzazione della particella dell’immobile, incrementata del 400 per cento.
Una parte del reddito - quella definita eccedente - concorrerà a formare il reddito d’impresa in misura forfettaria.
A regime si provvederà a identificare nuove classi e qualità di coltura nonché le modalità di dichiarazione in catasto degli immobili per le coltivazioni innovative. Sempre con un sistema misto sarà tassata la cessione di crediti di carbonio, su base catastale e, in modo forfettario, come reddito d’impresa.
Entrata in vigore nel 2025
Queste misure dovrebbero entrare in vigore dal 2025, anche se una decisione definitiva non è ancora stata assunta.
La decorrenza delle altre norme dipenderà anche dai tempi di approvazione definitiva del decreto legislativo, che contiene, tra l’altro, la disciplina per le operazioni straordinarie.
Il vice ministro Leo, rispondendo infine a una domanda sui numerosi contenziosi instaurati dalle Entrate sulla tassazione dell’energia da biogas ha promesso che presto verrà istituito un coordinamento tra Gse, agenzia delle Entrate, ministero delle Imprese e del made in Italy, dell’Ambiente, dell’Economia e delle Finanze, così da risolvere i dubbi di una normativa che coinvolge apsetti molto tecnici.
Alcuni uffici dell’Agenzia sostengono, infatti, che i produttori di biogas che accedono al meccanismo incentivante della tariffa omnicomprensiva e applicano il regime di determinazione del reddito previsto dal comma 423 della legge 266/2005 (cioè il reddito per la produzione fino a 2,4 milioni di Kwh è assorbito dal reddito agrario, mentre il reddito relativo all’eccedenza si determina applicando ai corrispettivi realizzati un 25%) debbano assoggettare a tassazione tutta la tariffa.
Un’interpretazione che produttori e associazioni agricole contestano, poiché - sostengono - la legge 266/2005 dice chiaramente che deve essere assoggettato a imposizione solo il costo dell’energia e non anche la quota incentivo.
Pertanto, i produttori di biogas scorporano dalla tariffa che incassano la sola quota riconducibile alla valorizzazione dell’energia e tassano questa.