Fattura elettronica per l'agricoltura: i forfettari spingono il fisco digitale 2024 e dal 1° gennaio sarà in vigore obbligo esteso anche sotto i 25mila euro di ricavi.

Proviamo a raccogliere le nuove specifiche tecniche e le semplificazioni su Cu e dichiarazioni Iva anche per il settore agricolo.

Dal 1° gennaio 2024 dovranno dire addio alla fattura cartacea anche coloro che hanno registrato ricavi o compensi fino a 25mila euro nel 2021 (l’anno preso come riferimento dalla normativa, il decreto Pnrr-2, Dl 36/22), anche per il settore agricolo.

Con il 2024 saranno inoltre obbligati a passare dalla carta al formato Xml i pochi contribuenti che ancora applicano il regime dei vecchi minimi (57.840 nelle dichiarazioni reddituali presentate nel 2022) e gli enti del Terzo settore nel regime forfettario previsto dalla legge 398 del 1991.

Fatturazione elettronica 2024

La fatturazione elettronica a tappeto marcherà un altro passo avanti del fisco digitale, dopo lo step del 1° luglio 2022, quando a lasciare la carta (o i formati Pdf) furono i forfettari che nel 2021 avevano superato i 25mila euro (chi li ha superati nel 2022, invece, ha potuto continuare finora con il vecchio metodo).

Fuori dall’obbligo continueranno a restare le fatture emesse verso l’estero, cioè a soggetti non residenti o stabiliti fiscalmente in Italia.

 

I tanti autonomi

In base agli ultimi dati sulle aperture di partita Iva, è possibile stimare che i contribuenti nel regime forfettario oggi siano più di 2 milioni.

Le statistiche delle Finanze non indicano quanti abbiano avuto ricavi o compensi “sotto soglia” nel 2021, ma si può prendere in esame il dato riferito alle persone fisiche nel regime Iva ordinario (non forfait): qui i soggetti sotto i 25mila euro di volume d’affari sono il 24,9%; quota che, applicata ai forfettari, significa almeno mezzo milione di contribuenti.

Non si può escludere, comunque, che tra gli aderenti al regime agevolato l’incidenza dei “piccoli” sia più elevata che tra le partite Iva ordinarie, anche considerando i dipendenti e i pensionati con un secondo lavoro.

Di contro, un buon numero di forfettari ha anticipato l’obbligo di emissione delle fatture in formato digitale Xml: per scelta, per obbligo di legge (verso la Pa) o per richiesta del committente (alcune grandi imprese).

Informazione sui redditi

La fatturazione elettronica anche per chi opera nel settore agricolo può essere gestita in tre modi diversi: affidando tutto il processo al proprio commercialista; abbonandosi a un operatore digitale che offre il servizio di fatturazione (anche tramite smartphone); oppure usando l’applicativo gratuito nell’area riservata sul sito delle Entrate.

Dal 1° febbraio 2024 sarà operativa la versione 1.8 delle specifiche tecniche sui tracciati Xml delle fatture elettroniche tra privati, rilasciata il 12 dicembre scorso.

L’obiettivo resta quello di semplificare le operazioni e rendere più facilmente conoscibili al fisco gli importi fatturati. Anche per questo motivo, con l’estensione della fattura elettronica, dall’anno d’imposta 2024 forfettari e vecchi minimi smetteranno di ricevere, da parte dei sostituti d’imposta, la certificazione unica (Cu) dei redditi di lavoro autonomo.

Foto - FederUnacoma: macchine agricole: in crescita il fatturato delle industrie italiane

L’esonero è previsto dallo schema di decreto delegato sugli adempimenti tributari (atto del Governo n. 93, atteso domani in Consiglio dei ministri per l’ok definitivo). Ma non influirà sulle prestazioni 2023, per le quali continuerà a valere l’obbligo di Cu: quelle in arrivo nel 2024, in sostanza, saranno le ultime certificazioni uniche per i forfettari.

Dichiarazione Iva 2024

Le novità sulla fatturazione incroceranno anche quelle della dichiarazione Iva: nel 2024 l’elaborazione dei documenti precompilati potrà estendersi al regime speciale dell’agricoltura e alle attività agricole connesse, proprio grazie a nuove modalità di compilazione delle e-fatture (valorizzando gli altri dati gestionali, si potrà avere una gestione automatica della liquidazione Iva), e si arricchirà di ulteriori informazioni, come i dati delle bollette doganali e quelli delle fatture tax free shopping.

Per queste ultime è facile ipotizzare un aumento: il disegno di legge di Bilancio 2024 prevede infatti di abbassare da 154,94 a 70 euro la soglia oltre la quale i turisti extracomunitari possono acquistare beni in Italia senza pagare l’Iva o ricevendola a rimborso (fonte Sole 24 Ore).