Bayer traccia le strategie per il 2024-2026 e rimarca che l'Italia resta un mercato fondamentale.
Inoltre, per il rilancio del gruppo la società dichiara di voler ridurre il dividendo al minimo legale.
Siamo parlando di una strategia a livello corporate che interessa tutte le aree produttive e che punta a ridurre il debito dagli attuali 34,5 miliardi per tornare al rating di singola “A”, introducendo un nuovo modello operativo per accelerare l’innovazione e aumentare la performance e la produttività, ridurre la zavorra dei contenziosi Monsanto, per risparmiare fino a 2 miliardi di euro di costi operativi all’anno dal 2026.
Le sfide a medio termine di Bayer
Sono queste le grandi sfide per i prossimi 24-36 mesi di Bayer. Il colosso farmaceutico e agrochimico tedesco ha messo nero su bianco le quattro aree “che si sono rotte” e che vanno “riparate”: la pipeline dei prodotti farmaceutici (anche a causa della scadenza di brevetti su medicine importanti), il debito, l’eccessiva gerarchia interna e le controversie legali sul glifosato.
Le nuove linee guida per i prossimi 2-3 anni sono state illustrate in occasione della presentazione dei risultati 2023 che pur centrando gli obiettivi sulla fascia alta (dopo che comunque erano stati rivisti al ribasso), sono stati peggiori dell’annata 2022 che è stata eccezionalmente buona.
Si riducono i dividendi
Per rilanciare il marchio con più produttività, migliore performance e meno debito, Bayer ha deciso di ridurre il dividendo al minimo legale.
Il titolo in Borsa, che nell’ultimo anno ha perso oltre il 50% e che viaggia ai minimi degli ultimi venti anni, ha proseguito il trend in calo ieri chiudendo attorno quota 26,10 euro (-7,3%).
La possibilità di una divisione del gruppo in unità separate (le tre aree di business sono scienze agrarie, salute dei consumatori e prodotti farmaceutici), di scindere per vendere e fare cassa e abbattere il debito come suggerito dalla speculazione dei mercati e dagli investitori, per ora nn vede spiragli di fattibilità.
L'amministratore delegato di Bayer Bill Anderson ha spiegato che:
ci sono numerosi motivi per non dividere il gruppo e vendere adesso: questo tipo di ristrutturazione ha alti costi, consuma molto tem e molte energie che possono essere impiegati meglio altrove, non consente di focalizzarsi sulla performance, ha impatto negativo con imposte-extra e le valutazioni di mercato ora non sono favorevoli.
Il Board di Bayer è tuttavia consapevole che rimedi e interventi molto incisivi andranno fatti nelle quattro aree che l’ad considera da ristrutturare.
Le prospettive per Bayer Italia
Nel 2023 il fatturato è calato a 47,6 miliardi (da 50,7 nel 2022). Gli utili core per azione sono scesi a 6,39 euro (-19,5%) con una perdita di 2,941 miliardi (utile 4,150 miliardi nel 2022).
L’Italia, dove Bayer è presente da 120 anni, resta per il gruppo un mercato “chiave”, centro di innovazione: con 1.500 dipendenti e un fatturato che supera il miliardo di euro.
L’Italia per Bayer è un mercato molto importante, soprattutto è un polo precursore per la scienza agricola.
Il membro del Board responsabile di crop science Rodrigo Santos ha aggiunto
Stiamo sperimentando il mais di bassa statura nella nostra sede in Italia, presso gli agricoltori italiani, con l’obiettivo poi di portarlo in Europa.
Il nostro team in Italia va elogiato per il suo grande lavoro e contiamo di aumentare l’innovazione anche attraverso l’intelligenza artificiale.