Biogas: c'è un picco richieste per ottenere agli incentivi Pnrr. I dati sono riportati dal Consorzio italiano biogas per l’ultimo bando che si è appena chiuso.

La risposta delle aziende all’ultima procedura di assegnazione di incentivi per il biometano tramite fondi del Pnrr, che è iniziata a dicembre e si è chiusa il 20 febbraio, è stata buona: triplicata rispetto all’ultima tornata.

Motivo? È la prima con tariffe legate all’inflazione, novità introdotta dal decreto Asset dell’agosto scorso.

1,92 miliardi al biometano

Il Pnrr ha destinato 1,92 miliardi di euro alla filiera del biometano, con obiettivi graduali, anche se attualmente in ritardo: i 600 milioni di metri cubi di produzione supplementare previsti per il 2023 sono stati spostati a giugno 2025 e si guarda prudentemente al 2026 per altri 2,3 miliardi di metri cubi.

La misura del Pnrr che riguarda lo sviluppo del biometano, secondo criteri per la promozione dell’economia circolare, ha trovato realizzazione nel dm 15/09/22 con sostegni in conto capitale (fino al 40% della spesa) e tariffe incentivate.

Biogas: picco richieste per ottenere agli incentivi Pnrr

Dei bandi già chiusi, il primo ha ammesso 60 progetti (37 nuovi e 14 riconvertiti agricoli, 9 da rifiuti organici) per 30mila mc/h su 67mila disponibili.

Il secondo ha raccolto 51 richieste di impianti (30 nuovi e 11 riconvertiti agri- coli, 10 da rifiuti organici) per 26mila mc/h su 108mila disponibili. 

Il 2024 è cruciale: si concretizzano i piani di investimenti legati al Pnrr. E allo stesso tempo ne devono partire di nuovi.

È infatti un punto di partenza per le aziende per l’orizzonte temporale del 2030 - ha dichiarato Piero Gattoni, presidente di Cib (Consorzio italiano biogas) - quando l’obiettivo sarà di arrivare a 35 miliardi di metri cubi di biometano a livello europeo: il 12% del consumo di gas naturale, coerente con il potenziale dell’Italia di 6 miliardi dall’agricolo: il 10-12% del consumo nazionale.

Se tuttavia la Commissione europea si è data questo obiettivo, dovrebbe ripensare i vincoli sugli aiuti di Stato che impediscono ai Paesi di velocizzare gli investimenti.

I 6 miliardi di metri cubi al 2030 rappresentano più del doppio della capacità attuale: 2,5 miliardi, destinati soprattutto alla produzione elettrica e termica, con 420 milioni per i trasporti.

Al potenziale agricolo bisogna aggiungere poi la previsione del Consorzio italiano compostatori secondo cui la produzione da rifiuti a matrice organica entro il 2030 può raggiungere 1 miliardo di metri cubi, dagli attuali 200 milioni.

Nella bozza di Pniec il biometano è dedicato soprattutto ai trasporti, agli usi industriali e termici civili, con la previsione di 1 miliardo di metri cubi per la cogenerazione elet- trica a livello locale per iniziative lontane dalla rete gas.

Sarebbe auspicabile che il biometano entrasse anche nello schema delle comunità energetiche rinnovabili.

Biogas: picco richieste per ottenere agli incentivi Pnrr

Italia: quarto produttore mondiale

L’Italia è il quarto produttore mondiale di biogas (di cui il biometano è una purificazione) – dopo Germania, Cina e Usa – e secondo in Europa con più di 2mila impianti operativi nel 2023, di cui oltre 1.800 nel settore agricolo e circa 470 da rifiuti e fanghi di depurazione, per un totale di quasi 1.500 MW elettrici installati, di cui 1.066 nel solo comparto agricolo.

Biogas: picco richieste per ottenere agli incentivi Pnrr

Per sviluppare questa rete, due strumenti sono attesi dagli operatori: il decreto Fer 2, che sostiene attraverso incentivi la produzione elettrica di impianti rinnovabili tra cui rientra anche il biogas, e la norma sui prezzi minimi garantiti approvata con il dl Rigassificatori e in attesa di delibera Arera.

Questo permetterà a tutti gli impianti a biogas che beneficiano di incentivi in scadenza al 31 dicembre 2027, e che non sono in grado di convertire a biometano, di ricevere la garanzia di un prezzo minimo basato sui costi di produzione (Fonte il Sole 24 Ore).