Gasolio agricolo: forse c'è davvero una bomba a orologeria pronta a innescarsi in una data precisa, ovvero il 5 febbraio 2023.

Sul gasolio agricolo la situazione rischia di essere drammaticamente pesante per le imprese agricole e agromeccaniche, oltre che, ovviamente, su tutti i settori, dal civile l'industriale, direttamente connessi al gasolio da autotrazione.

Gasolio Agricolo: bomba ad orologeria

Cosa succede il 5 febbraio

Il 5 febbraio fondamentalmente scatta l'embargo europeo sul diesel russo. L'Italia, che è pesantemente all'interno della filiera di raffinazione, rischia di subire un violento contraccolpo, soprattutto da parte di questo paesi che possono rifornire la Russia a sanzioni zero.

E proprio l'Italia potrebbe vedere il proprio mercato saccheggiato, con conseguente aumento dei prezzi.

Rischio impennata prezzi

Il prezzo del gasolio, incluso quello agricolo, si prepara quindi a decollare per effetto dell'embargo europeo ai prodotti raffinati russi?

L'allerta è al massimo, l'embargo all'importazione di prodotti petroliferi lavorati da Mosca spinge mercato a maturare i timori di una carenza di disponibilità.

Il gasolio agricolo è tra gli 1,21 e gli 1,25 euro al litro in tutta Italia. E l'embargo promette di far sentire i suoi effetti sul nostro mercato. L’embargo è il corollario di quello inziale e imposto contro il petrolio grezzo russo, decretato dall'Unione Europea il 5 dicembre scorso.

Gasolio Agricolo: bomba ad orologeria

L'Europa sospenderà l'importazione di prodotti raffinati per un totale di circa un milione di barili al giorno, per il 50% della pregiata quantità di diesel a basso zolfo (frutto del cosidetto petrolio "dolce") ad alto potere calorifico.

Uno scenario ampiamente previsto in Europa, dato che già a maggio Rystad Energy, think tank norvegese specializzato in studi strategici di settore, ammoniva sulle carenze di un mercato europeo dipendente dalla Russia.

La domanda totale di gasolio e gasolio nel Vecchio Continente si posiziona globalmente  tra i 6 e i 7 milioni di barili al giorno, dunque la domanda potrebbe essere impattata per il 7-8% da un giorno all'altro in caso di bando.

Problema enorme a livello Ue

Per meglio comprendere gli effetti a livello di segmento agromeccanico bisogna cercare di capire i risvolti a livello comunitario. Si tratta di un problema che si sta per abbattere sul mercato europeo

Del petrolio Bruxelles non si interessa più, quasi fosse stato espulso dal nostro mix energetico nonostante rappresenti, diversamente dalle rinnovabili, la maggior fonte impiegata e nonostante sia quasi totalmente importata", ha scritto su Il Foglio l'ex Ministro dell'Ambiente Alberto Clò.

La sempre più stretta alleanza tra Russia e Arabia Saudita sta frantumando quella storica tra Arabia Saudita e Stati Uniti.


Su altri fronti l'Europa si tutela sui prodotti raffinati comprandoli dall'India, dal Medio Oriente, dalla Cina, a un costo maggiore.

I nodi sulla raffinazione

Sul gasolio più efficiente invece il collo di bottiglia è stretto. E il mercato italiano, in quest'ottica, sconta i problemi di inefficienza, perché la questione europea del gasolio non tocca, in termini di dipendenza, l'Italia considerato che, fino a giugno 2022 la Russia ci forniva soltanto il 5% di gasolio.
Da luglio 2022 la quota è stata completamente azzerata: dalla raffinerie russe non è stato importato nemmeno un litro di gasolio.

Gasolio Agricolo: bomba ad orologeria

Con i 13 impianti italiani siamo praticamente autonomi: a fronte di un consumo interno di prodotti raffinati pari a 55 milioni di tonnellate, ne vengono raffinate quasi 71 tonnellate, mentre la capacità produttiva teorica arriva a 88 milioni di tonnellate. Non solo. 

Paesi come la Germania, dipendenti al 30% dal gasolio russo e con una capacità di raffinazione massima ridotta (83 milioni di tonnellate) potrebbero orientare su Roma buona parte delle loro offerte di acquisto, creando uno shock alla disponibilità sul mercato interno.

In quest'ottica il problema è, dunque, paneuropeo: l'Europa non ha una strategia sul petrolio e sul potenziamento della capacità di raffinazione.

E questo è pagato dai consumatori in tutto il Vecchio Continente, che hanno subito i danni della grande stangata sul gasolio che si ripercuote su trasporti e su settore agromeccanico e di conseguenza su prezzi dei beni scambiati nell'Ue.