La difesa della patata è tra le pratiche agronomiche più importanti e delicate. Per capirne il motivo serve concerna alcuni tratti salienti botanico-agronomici.

Il suo nome scientifico è Solanum tuberosum, ma in passato era conosciuta come “frutto del diavolo” perché, sviluppandosi sotto terra, dava l’idea di essere qualcosa di strano, di inquietante.

Insieme ai cereali è tra i prodotti agricoli che stanno alla base dell’alimentazione mondiale; d’altro canto è nutriente e il suo prezzo è democratico, caratteristiche che, in passato, le hanno consentito di risolvere problemi di fame e di carestia.

Difesa della patata italiana

E ancora oggi, nonostante sia un alimento calorico, è capace di fare numeri da capogiro: se il consumo italiano è sorprendente - 35 Kg/procapite/anno – quello del Nord Europa è impressionante: 100 Kg/procapite/anno.

Segno che la patata, nonostante le diete e le mode del momento, resta un caposaldo della produzione agricola: le varietà di patata oggi sono cento e non c’è Regione italiana in cui non si coltivi, anche se le più vocate al settore pataticolo sono l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, la Sicilia, il Piemonte, il Veneto e la Calabria (in particolare la zona della Sila).

Le filiere in cui entra a far parte sono numerosissime: da quella industriale (snack, purè, farine, ecc.) fino a quella della produzioni di acquavite. E poi, naturalmente, c’è il consumo fresco.

Le origini e le DOP

Tutti sanno che la patata arriva dall’America centro-meridionale e che la sua diffusione in Europa è strettamente legata alla scoperta dell'America. Sono in pochissimi però a sapere che a scoprirla furono le donne peruviane.

In Italia iniziò a diffondersi in maniera capillare intorno ai primi dell’Ottocento e man mano diventò parte integrante delle tradizioni culinarie: dopo la prima guerra mondiale, le patate erano coltivate su quasi 5mila ettari.

Difesa della patata italiana

Sempre in Italia, negli Anni Settanta nacque la prima Borsa Patate, ossia un luogo frequentato da produttori e commercianti, in cui si stabilivano i prezzi in campagna e nei magazzini di lavorazione e di confezionamento.

Arrivando ai giorni nostri, la patata non è più un frutto della terra anonimo, ma ha la sua dignità di prodotto di eccellenza. A tal proposito, nel 2002 l’Italia ha conquistato la prima DOP europea: la Patata di Bologna DOP ha infatti ottenuto la certificazione di origine, a dimostrazione che anche dietro un prodotto semplice, l’innovazione delle pratiche agronomiche e il territorio possono fare la differenza.
 

Non tutto è oro…

Nonostante la coltura della patata rivesta, come si è visto, da sempre una grande importanza economica e culturale nell’agricoltura italiana, e nonostante sia fortemente legata ai territori di produzione, vi sono però degli elementi che impediscono l’affermarsi senza se e senza ma di questa coltura.

Infatti, sia per il prodotto fresco, sia per il prodotto destinato alla trasformazione industriale, i tuberi raccolti dovrebbero raggiungere standard qualitativi che li rendano apprezzabili dalla GDO. In altre parole, il prodotto dovrebbe sempre avere un aspetto gradevole, e dunque una pezzatura standard, un giusto tenore di amido, un corretto grado di maturazione, un confezionamento pratico, comodo e al tempo stesso accattivante.

Tale standardizzazione dipende chiaramente da numerosi aspetti, tra cui la selezione e l’utilizzo di varietà ed ecotipi adatti a rispondere a queste esigenze. Molto, dunque, conta quello che si fa in campo.

Difesa della patata italiana

Le esigenze e gli accorgimenti agronomici

La patata ha esigenze idriche abbastanza elevate soprattutto, chiaramente, in quei luoghi o in quei periodi in cui le precipitazioni sono ridotte. Il suo apparato radicale, infatti, essendo poco profondo e a debole capacità di penetrazione e di suzione, la rende particolarmente sensibile allo stress idrico.

Per quanto riguarda l’Italia, l'irrigazione è indispensabile negli ambienti centro-meridionali, mentre è utile, ma volendo se ne può fare a meno, nelle regioni settentrionali o nelle regioni di altitudine dove il deficit idrico è meno marcato.

Il periodo critico per l'acqua va da 20 giorni prima a 20 giorni dopo l'inizio dell'antesi, ossa la fase più delicata del suo ciclo, quella cioè dell'ingrossamento dei tuberi. In questo delicato periodo, il terreno dovrebbe avere sempre un buon tenore di umidità.
Per quanto riguarda la stagionalità, è sempre il momento della patata: non c’è periodo dell’anno, infatti, che questa coltivazione non sia in campo.

Difesa della patata italiana

Come è noto, infatti, la patata precoce si semina – termine improprio, è infatti più corretto parlare di pianta mento - da dicembre fino a febbraio, per poi essere raccolta da aprile a giugno. Per la patata comune, la data di semina va da marzo ad agosto in pianura e da maggio a settembre in montagna. Infine, la coltura di secondo raccolto si esegue dopo una coltura principale a raccolta primaverile o estiva e ha un ciclo che va da agosto-settembre a novembre-dicembre.

Per quanto attiene l'avvicendamento, nelle condizioni normali e in quelle precoci, la patata occupa normalmente il primo posto; in altri termini, è la classica coltura da rinnovo. Le cose cambiano per la cosiddetta patata bisestile o di secondo raccolto, che occupa il posto di coltura intercalare a ciclo estivo-autunnale. In pianura è classicamente in avvicendamento con colture di tipo orticolo, oppure con il frumento e leguminose prative. In montagna, invece, è frequentemente alternata alla segale.

Sono da sconsigliare le rotazioni corte, poiché favoriscono lo sviluppo di agenti patogeni terricoli (rizottoniosi, elmintosporiosi, nematodi) e comportano importanti riduzioni delle produzioni.

 

Il diserbo e la lotta contro i patogeni

Come si diceva, la patata – per essere apprezzata sul mercato – deve avere anche un bell’aspetto. In altre parole, le rese non devono solo essere quantitativamente adeguate, ma anche l’aspetto qualitativo gioca un ruolo fondamentale.

Per raggiungere questi risultati, oltre chiaramente alla selezione delle varietà più congeniali per clima, stagione e desiderata del mercato e del consumatore finale, un ruolo essenziale è quello della strategia di difesa che si mette in campo. In parole semplici, occorre selezionare tutti gli strumenti e i mezzi tecnici che consentano la corretta protezione della patata da malattie e insetti parassiti.

Sul fronte del diserbo chimico, un ruolo fondamentale è quello dell’azzeramento delle malerbe in pre-semina con devitalizzanti fogliari. dopo di che, la successiva applicazione di erbicidi residuali dopo l’ultima rincalzatura in pre-emergenza della coltura deve essere eseguita con dosi medio-elevate di più prodotti residuali miscelati tra loro (pendimetalin e aclonifen), in miscela con clomazone o metribuzin.

Difesa della patata italiana
Solanum nigrum
Difesa della patata italiana
Cuscuta

In particolare, pendimetalin contribuisce a contenere anche le più problematiche infestazioni di Solanum nigrum, inoltre consente di contenere lievi infestazioni di Cuscuta, oltre che a migliorare il contenimento di graminacee, chenopodiacee e poligonacee. Per allargare lo spettro d’azione, si utilizzano miscele di più principi attivi, scelti sulla base delle presumibili malerbe.

L’applicazione degli erbicidi residuali subito dopo l’ultima rincalzatura risulta fondamentale sia per una migliore attivazione del prodotto in assenza di pioggia, sia per ottimizzare la stratificazione del prodotto sul terreno. 

Applicazioni tardive eseguite poco prima dell’emergenza dei germogli, invece, espongono la coltura a rischi di citotossicità: al contrario, se il terreno è secco si va incontro a lievi perdite di prodotto e soprattutto a una mancata attivazione, alla quale occorrerebbe provvedere con un’ irrigazione.

In post-emergenza sono disponibili solo di due molecole, rimsulfuron e metribuzin; la prima è più attiva verso le graminacee, le amarantacee e le crucifere, mentre metribuzin è consigliabile per le applicazioni estintive da effettuarsi con malerbe allo stadio cotiledonale,

Oltre che con le infestanti, naturalmente, la patata deve vedersela anche con gli insetti, i funghi e i batteri. Elencare e trattare tutti i possibili patogeni che possono colpire questa coltura sarebbe quasi impossibile. Di certo non si può non spendere due parole su Peronospora (Phytophthora infestans).

Difesa della patata italiana
Difesa della patata italiana

Sulle foglie compaiono inizialmente aree più chiare, che in seguito assumeranno colorazione verde-brunastro. Man mano che l’infezione procede i tessuti perdono turgore, per poi andare incontro a necrosi.

Sui tuberi si verifica la formazione di aree scure con necrosi dei tessuti sottostanti e i tessuti colpiti assumono un aspetto spugnoso. Le zone colpite assumono colorazione rossastra o bluastra e appaiono come lesioni irregolari. Su queste lesioni si possono sviluppare marciumi molli maleodoranti.

Per difendersi da Peronospora, il primo passo da fare è la prevenzione. Dunque via libera alle rotazioni colturali, all’impiego di cultivar resistenti o comunque di tuberi sani, alla distruzione dei residui colturali e a una buona rincalzatura.

Se tutto questo non dovesse essere sufficiente, allora tocca ricorrere alla lotta chimica. In tal caso, è bene impiegare alternativamente diversi principi attivi – in commercio si trovano diversi prodotti, tutti efficaci - con diverso meccanismo d'azione, in modo da evitare l'insorgenza di fenomeni di resistenza.

È bene effettuare i primi trattamenti chimici quando si verificano le condizioni ambientali che favoriscono l’infezione - temperature comprese tra 10 e 25 °C, pioggia, nebbia, elevata umidità relativa – e poi in seguito si continua adottando un turno di 7–10 giorni in base alla persistenza dei prodotti impiegati. Oppure si segue l'evoluzione della malattia secondo l'andamento climatico o affidandosi ai modelli previsionali.

La difesa secondo BayerCropScience

Per la patata BayerCropScience produce Volare, un fungicida sistemico, a base di fluopicolide e di propamocarb, per il controllo della peronospora di diverse colture orticole – tra cui la patata - sia in pieno campo, sia in serra.  

La miscela dei due principi attivi permette il controllo a livello di foglie, steli e frutti; tutti questi organi vegetali risultano protetti grazie alle proprietà translaminari e sistemiche di Volare.

Difesa della patata italiana

In pratica, la componente sistemica protegge tutti i tessuti anche quelli in crescita attiva o non direttamente irrorati, la componente translaminare si lega tenacemente allo strato superficiale e lì rimane a lungo estendendo la protezione a parecchi giorni dopo il trattamento. Inoltre, oltre all’efficacia nei confronti della peronospora, grazie ai due differenti meccanismi di azione Volare è un utile strumento per prevenire l’insorgenza di fenomeni di resistenza.

È poco dilavabile e già dopo pochissime ore la sua efficacia non viene modificata da piogge intense; inoltre non presenta nessuna resistenza incrociata con altri prodotti e non richiede il patentino. È disponibile in formato da un litro e in imballaggi di 12 flaconi.

La difesa secondo Syngenta

Syngenta dedica un’ampia gamma di prodotti e soluzioni per il produttore già dalla fase di semina fino al post-raccolta della patata. Si tratta quindi di un programma di difesa integrato e sostenibile composto una serie di prodotti. In particolare Ortiva viene impiegato in solco alla dose di 3 l/ha contro rizoctonia e antracnosi.

Difesa della patata italiana

Recentissima è la registrazione di Affirm contro la tignola, avversità che ultimamente crea diverse problematiche ai coltivatori. Pergadoabbinato alla Zoxamide difende la coltura dalla peronospora. Infine la linea Ridomil, che da molti anni è un punto di riferimento.

 La difesa secondo FMC

Coragen è un presidio fitosanitario per il controllo della tignola. Coragen è un insetticida a base di Rynaxypyr, è il primo rappresentante di una nuova famiglia chimica, quella delle antranilammidi che agisce come modulatore dei recettori rianodinici (RRM, ovvero Ryanodine Receptors Modulator, gruppo 28 IRAC). Coragen controlla efficacemente i più diffusi lepidotteri infestanti pomacee, drupacee, vite, agrumi, noce, mais e, soprattutto, la dorifora della patata.

Coragen agisce in modo estremamente specifico: risulta infatti sicuro sulla coltura ed è selettivo nei confronti di insetti ed altri artropodi utili (ad esempio antocoride, coccinelle, crisope, imenotteri parassitoidi, fitoseidi, impollinatori) e possiede un profilo tossicologico molto favorevole.