Syngenta ancora su Verisem. L'azienda leader nel settore dell'agro-industria mondiale con ale spalle il colosso ChemChina, avrebbe fatto appello a un tribunale amministrativo dopo che il governo italiano ha bloccato il suo tentativo di acquistare Verisem, azienda italo-statunitense che è una delle più importanti al mondo nel campo delle sementi.
Ricordiamo, per inciso, che Verisem è stata messa in vendita dal fondo americano Paine Schwarts and Partners.
L'acquisizione (Syngenta aveva offerto circa 200 milioni di euro per le sue attività) era stata bloccata a fine ottobre, tramite la cosiddetta legislazione del "golden power", dal governo italiano e dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.
Draghi aveva detto no
Il Fatto risale allo scorso ottobre 2021 quando l'operazione Syngenta-ChemChina è stata bloccata dall'esecutivo del premier Mario Draghi, che aveva bloccato l’operazione applicando il golden power, ovvero i poteri speciali a tutela degli asset strategici italiani.
Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, Proprio Draghi ha opposto il veto a tre acquisizioni cinesi in Italia e il ricorso di Syngenta, cui ha aderito anche Verisem, mostra come il golden power rischi di alimentare contenziosi legali con le aziende coinvolte.
I due gruppi avrebbero (usiamo il condizionale per la notizia non è ufficiale) così accusato il governo di ingiustificato rigetto delle misure correttive spontaneamente proposte dalle parti.
Coldiretti in tutela nel nostro asset italo-europeo
Il veto Syngenta-Verisem è stato invece difeso da Coldiretti, secondo cui il passaggio di Verisem sotto controllo cinese avrebbe potuto spostare in Asia l’equilibrio strategico mondiale nel controllo delle sementi per la produzione di ortaggi ed erbe.
Dall'altro lato la Cina in definitiva ci riprova, dopo aver acquisito qualche anno fa la Pirelli ed in ambito agricolo la PSB (Societа produttori sementi di Bologna), ora torna alla carica con un'operazione nel sementiero-agricolo.
Per la prima volta per un governo italiano si oppone all’acquisto ponendo un veto che la legge prevede per i cosiddetti asset strategici nazionali.
L'ottica sembra propio quella della guerra fredda, considerato che ChemCina è considerata dagli americani una delle aziende cinesi da boicottare e probabilmente anche l’Italia ha considerato poco prudente "cedere" il proprio patrimonio sementiero ortivo.
Cinesi al TAR
Facendo ricorso al TAR, i cinesi adducono un comportamento scorretto del governo Italiano ed insistono per l’acquisto. La vicenda sta avendo vasta eco sulla stampa mondiale specializzata, come una sorta di termometro che misuri la capacità di resistenza dei paesi Occidentali più deboli verso le strategie cinesi.
La vicenda di per sé sta assumendo tutti i contorni di una partita a scacchi politico-commerciale in cui Coldiretti tramite Bonifiche Ferraresi avrebbe tentato di acquisire la Verisem, con una offerta tuttavia inferiore a quella dei cinesi.
Di parere contrario Cia che avrebbe dichiarato che l’acquisto cinese sarebbe del tutto ininfluente rispetto ai rischi politici ma anzi favorirebbe gli investimenti in un settore bisognoso di risorse fresche.