Giulia Tonello ci spiega quando è meglio evitare l'aratura che resta comunque la regina di tutte le lavorazioni. Quanto Giulia va a spiegare nel video relativo a questo articolo non vuole essere un principi generico agronomico valido per tutte le esperienze colturali.

In particolare nel cantiere che racconta Giulia la scelta del cliente, per cui viene svolta l'attività per contoterzi, ha deciso di intraprendere una strada alternativa all'aratura classica che comunque in questo periodo resta una valida tecnica se si opera su terreni che si costipano con facilità un’aratura pre-semina è fondamentale.

Aratura: quando è meglio evitarla con Giulia Tonello

La scelta di tecniche di lavorazione a minori profondità consente di migliorare la struttura, evitando la riduzione della sostanza organica, e di aumentare la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua.

E la scarsità di piogge che è prevista anche per quest’anno ci suggerisce di “disturbare” il meno possibile il terreno di evitare la perdita della poca umidità del suolo.

Le normative invitano a indirizzarsi su lavorazioni minime

Non solo. Nel Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027 è indicato come il passaggio da abituali lavorazioni profonde del terreno a tecniche di lavorazione a minori profondità o non lavorazione (le cosiddette “lavorazioni conservative”) consentirebbe di contrastare in modo efficace il degrado dei suoli, migliorandone la struttura e la resistenza all’erosione e al compattamento, nonché di ottimizzare l’uso delle riserve fossili, contrastare la riduzione della sostanza organica e aumentare la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua.

Aratura: quando è meglio evitarla con Giulia Tonello

In effetti le pratiche conservative migliorerebbero l’infiltrazione dell’acqua, per il mantenimento di una bioporosità interconnessa grazie ai biocanali e agli apparati radicali, e aumentano al tempo stesso la capacità di ritenzione idrica del suolo, per la migliore struttura e il maggiore contenuto di sostanza organica.

Dal punto di vista fisico e strutturale il suolo raggiunge un equilibrio idrologico migliore e più vicino alle condizioni naturali: questo equivale a una diminuzione del ruscellamento superficiale, dell’evaporazione e della lisciviazione in profondità di nutrienti ed elementi minerali.

Come gestire le infestanti

Se il terreno da preparare è occupato da infestanti in pieno vigore, è sufficiente un passaggio di un coltivatore a denti e/o ad ancore.

In generale quella del 2023 sembra essere perfetta per seminare sul terreno lavorato a strisce, con lo strip till primaverile contemporaneo alla semina, lasciando terreno inerbito e con residui colturali. 

Aratura: quando è meglio evitarla con Giulia Tonello

È possibile anche seminare su un terreno grossolano, poco affinato e con la presenza di residui colturali, se si dispone di una seminatrice moderna, ben progettata e costruita, consente emergenze pronte e perfette, come dimostra l’esperienza di centinaia di aziende in ambienti diversi.

Anche sulla soia sarebbe opportuno adottare le lavorazioni conservative che garantiscono emergenze perfette. In caso di una regolarizzazione delle precipitazioni e di apertura ai secondi raccolti, è da raccomandare l’adozione delle minime lavorazioni, strip tiller compreso, e l’utilizzo di liquami e digestati.