Spandimento dei reflui zootecnici è un tema sempre caldo, soprattutto in queste ultime settimane. Il tema reflui tocca tutte le categorie, dagli agricoltori agli allevatori. In questi giorni siamo in fase di ripartenza della attività che ripartono proprio dallo spandimento degli effluenti zootecnici, dopo il blocco di dicembre e gennaio.

Direttiva nitrati In campo con Giulia

Per Giulia Tonello nella lista degli interventi di taratura di attrezzi, c'è sicuramente quella di saper mettere in efficienza il carro botte con cui si appresta ad effettuare gli interventi. Ma a livello organizzativo anche questo non è il primo intervento organizzativo su cui concentrarsi. Prima ancora c'è infatti quella che si può riassumere come la completa gestione della parte relativa ai divieti e permessi di spargimento dei reflui zootecnici e che va sotto il nome di Direttiva Nitrati.

La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli condotta con gli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e con le acque reflue delle piccole aziende agro-alimentari è oggetto di una specifica regolamentazione comunitaria volta a tutelare le acque sotterranee e superficiali dall'inquinamento causato dall'azoto di origine agricola.

Attenzione al mese di febbraio

Si riparte con le attività agricole, ma per il mese di febbraio ci sono ancora delle limitazioni, secondo quanto indica proprio la Direttiva Nitrati.

Infatti prima di poter partire con il carro botte spargiliquame bisogna consultare il bollettino agrometeo nitrati disponibile nel sito dell’arpa (o nell’app) dove viene indicato se nella zona interessata si possano o meno spandere liquami e assimilati.

Il contenuto della Direttiva Nitrati

Facciamo un po’ di chiarezza. Cos’è la direttiva nitrati? E cosa prevede? In estrema sintesi si tratta della regolamentazione in fatto di fertilizzazione azotata dei terreni, fatta sia con lo spandimento di effluenti provenienti dagli allevamenti o dalle aziende agroalimentari, sia usando concimi di sintesi chimica, atta a proteggere le acque sotterranee e superficiali dall’inquinamento da nitrati che derivano dall’azoto non assimilato dalle colture agricole.

Direttiva nitrati In campo con Giulia

Le zone sensibili

La direttiva comunitaria ha previsto la designazione di “Zone vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN)”, in cui vi è il divieto di spargimento degli effluenti di allevamento oltre il limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro.

La ragione di questo limite è che la qualità delle acque di queste aree è compromessa (o è a rischio di diventarlo se non si interviene in modo tempestivo) a causa della presenza di pressioni di tipo agricolo. Il grado di compromissione della risorsa idrica viene valutato sulla base del tenore di nitrati. In queste zone le misure devono garantire che, per ciascuna azienda agro-zootecnica, il quantitativo medio di effluente zootecnico distribuito sul terreno all'anno, compreso quello depositato dagli animali stessi, non superi, èer l'appunto, un apporto pari a 170 kg di azoto per ettaro;

Sono indicate invece zone ordinarie con limite massimo annuo di 360 kg di azoto per ettaro.

Nelle ZVN vengono definiti appositi “Programmi d'Azione” che regolamentino l'utilizzazione agronomica degli effluenti d'allevamento e l'impiego dei fertilizzanti minerali e organici contenenti azoto e che definiscano quantitativi, modalità e periodi per la distribuzione di effluenti di allevamento e fertilizzanti assimilati.

Cosa contempla il Programma d'Azione

Uno dei punti del programma d’azione comprende i divieti stagionali di spandimento.

Dal 1 dicembre al 31 gennaio vige il divieto di spandimento assoluto di liquami e assimilati sia per le zone vulnerabili che per quelle ordinarie.

Mentre dal 1 novembre a fine febbraio per le zone vulnerabili è sempre previsto il divieto fatto salvo per i giorni di deroga in cui le condizioni agro meteorologiche sono favorevoli ed è permesso lo spandimento per un massimo di 30 giornate. 

Attenzione: la normativa e il calendario possono cambiare da regione a regione. per questo motivo è sempre meglio consultare il sito dell'ARPA del proprio territorio regionale.

Tutto questo è consultabile nel sito dell’arpa della propria regione.