Per la corretta gestione delle piccole imprese agricole due parametri sono fondamentali: il margine operativo e la redditività. Nella sezione "Da Sapere" di OmniTrattore.it cerchiamo di spiegarvi questi due importanti parametri che fungono da indicatore per questo tipo di aziende.

Partendo da una premessa: un’impresa agricola di piccole dimensioni non deve rinunciare a monitorare la propria redditività. Esistono strumenti semplici, come il margine operativo, che permettono di valutare i risultati di una specifica produzione. Non va però mai persa di vista la struttura del mercato di riferimento.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

Abbiamo sottolineato più volte che, per assicurare ad un’impresa un equilibrio economico tale da non esporla a rischi in caso di eventi sfavorevoli, è necessario monitorare, sia preventivamente che a consuntivo, la redditività di tutte le attività che svolge. Abbiamo visto anche quali siano i due strumenti più importanti per farlo: la contabilità analitica e la break even Analisys (o analisi del punto di pareggio).

La contabilità per le piccole imprese

La contabilità analitica, precisissima ma molto complessa, è adatta ad aziende di dimensioni medio grandi, dotate di sistemi contabili evoluti. Anche la break even analisys si rivolge a imprese multiattività, dotate, almeno, di contabilità ordinaria.

I piccoli imprenditori agricoli, che svolgono una sola attività o al massimo due e non sono obbligati alla tenuta della contabilità ordinaria, allora, non hanno la possibilità di monitorare la propria azienda e devono sperare nella buona sorte? La risposta è no. Esiste uno strumento efficace e di facile utilizzo per verificare la redditività di strutture ed attività semplici: il margine operativo.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

Margine operativo: strumento semplice ed efficace

Ci sono, innanzi tutto, due tipi di margine operativo: quello lordo (MOL) e quello netto (MON).

Il MOL non è altro che la differenza fra i ricavi di vendita ed i costi di produzione sostenuti, inclusi quelli relativi al personale. Esso fornisce una prima indicazione sulla redditività dell’attività svolta, senza richiedere la distinzione (non sempre agevole) fra costi variabili e fissi. In questo tipo di analisi, infatti, i costi di struttura, che si sosterrebbero comunque indipendentemente dal tipo attività svolta, hanno scarsa rilevanza.

Un’impresa agricola monocoltura otterrà il MOL in maniera quasi immediata, dato che sia i ricavi che i costi di produzione, inclusi quelli del personale eventualmente impiegato, sono immediatamente individuabili. Nel caso in cui le attività svolte dall’impresa fossero due (due tipi di coltivazione, ad esempio) e vi fossero costi comuni ad entrambe (come, per esempio, il gasolio del trattore oppure il personale addetto), sarà sufficiente tenere conto del tempo di utilizzo per ciascuna di esse: ore lavorate, tempo di impiego del trattore etc.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

Sottraendo dal MOL le quote dei costi ammortamento dei beni strumentali impiegati nell’attività si ottiene il margine operativo netto (MON), l’indicatore completo della redditività della produzione oggetto d’analisi. Naturalmente più è elevato il valore del margine netto, più l’attività è profittevole.

Ricordiamo brevemente il concetto di ammortamento, che, come abbiamo visto, è un componente del MON. Un bene strumentale (ad esempio un trattore) ha una durata pluriennale (ad esempio 5 anni) e, quindi, il costo d’acquisto non viene imputato interamente all’anno in cui è stato sostenuto, ma viene ripartito in quote per tutti gli anni di utilizzo (a esempio 5 quote).

Per il caso di impresa con 2 attività occorrerà procedere esattamente come per le ore di lavoro o il gasolio: bisognerà contare le ore di impiego dell’attrezzatura per ciascuna attività.

Il problema delle rimanenze

Il MON è un indicatore completo della redditività, che, tuttavia sconta anche un limite (peraltro comune anche alla Break even analisys): l’ambigua valutazione delle rimanenze.

Se la produzione non fosse interamente venduta, le rimanenze di magazzino verrebbero sommate ai ricavi di vendita e, quindi, considerate un componente positivo. La logica è quella di dare un valore ai beni prodotti, ancorché non venduti.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

In realtà avere grandi quantità di prodotti invenduti non è un segnale positivo, per almeno tre motivi: impongono costi di stoccaggio e conservazione (che, talvolta possono essere elevati), possono implicare perdite per deperimento e possono indicare una sovrastima delle potenzialità di assorbimento del mercato

Se le spese di stoccaggio e conservazione vanno inserite, nella determinazione del MOL. tra i costi produzione, le perdite per deperimento vanno sottratte ai ricavi. La sovrastima delle dimensioni reali del mercato, invece, richiede un’accurata valutazione da parte dell’imprenditore, che dovrà prendere decisioni precise sui livelli produttivi.

E se le vendite superassero la produzione? La riduzione delle scorte, col suo effetto negativo, sterilizzerebbe l’incremento di ricavi associato al maggior volume venduto. Anche in questo caso l’imprenditore dovrà rivedere i livelli produttivi per adeguarli alle richieste.

In generale è difficile, anche in assenza di eventi esterni particolarmente favorevoli o sfavorevoli, produrre esattamente ciò che è possibile vendere, ma è comunque importante cercare di ridurre al minimo le scorte, sia per gli effetti negativi visti, sia perché l’imprenditore potrebbe (specie nel caso di prodotti deperibili) essere costretto, per smaltire la sovrapproduzione, ad abbassare i prezzi, deprimendo ulteriormente i ricavi.

L’interpretazione dei risultati

Il margine operativo, oltre che per verificare la redditività di un’attività a consuntivo, può essere efficacemente utilizzato in fase di previsione per anticipare i possibili risultati di un’iniziativa e prendere le opportune decisioni. I dati necessari per un’analisi preventiva (prezzi di mercato, costi dei fattori produttivi, costo del lavoro etc.) sono facilmente reperibili (Ismeamercati e altri istituti di rilevazione) e non ci sono gap informativi rilevanti.

I risultati dell’analisi vanno correttamente interpretati, perché un valore del margine operativo netto inferiore a zero (perdita) può dipendere da molti fattori. Sappiamo, infatti, che il MON è dato da: ricavi di vendita + (-) variazione positiva (negativa) delle rimanenze - costi di produzione - costi del personale - ammortamenti.

Il risultato negativo può dipendere da ricavi insufficienti (a causa, ad esempio, di un crollo dei prezzi di vendita), da costi eccessivi (per incrementi nei prezzi dei fattori produttivi) o da un livello di produzione insufficiente a garantire un profitto.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

Le decisioni che può prendere l’imprenditore, conseguentemente, possono essere diverse: proseguire (o avviare) l’attività in quanto il ribasso dei prezzi di vendita o l’incremento dei costi di produzione dipendono da fattori contingenti e irripetibili nel medio periodo, incrementare la quantità produttiva insufficiente o desistere, qualora le variazioni di prezzo sfavorevoli fossero strutturali o non fosse possibile variare il livello produttivo senza sostenere costi rilevanti.

Qualsiasi discorso sulla variazione del livello di produzione, tuttavia, non può prescindere da considerazioni sulle possibilità incrementare anche le vendite. Se, infatti, non fosse possibile aumentare le vendite, si creerebbe una situazione sovrapproduzione, penalizzante (riduzione dei prezzi, perdite per deperimento, costi di stoccaggio e conservazione) per i ricavi futuri.

Piccole imprese agricole: margine operativo e redditività

In conclusione l’analisi della redditività di un’attività effettuata attraverso l’impiego del margine operativo fornisce informazioni importanti, che vanno interpretate alla luce delle condizioni del mercato in cui opera l’impresa.

Per evitare difficoltà future, oltre che a livello consuntivo, il MON va sempre utilizzato anche preventivamente, prima di lanciarsi in nuove iniziative.