Il sovescio dopo il riso in questo 2022 che richiede una forte spending review sui costi di concimazione potrebbe risultare un'ottima idea. A fine aprile inizio maggio si iniziano a seminare le risaie. E se dopo la raccolta del riso si procedesse con una coltura da sovescio? L’idea è buona. Occhio però alle tempistiche e ai costi di produzione.

Il calendario... agronomico 

Prima di parlare di sovescio su risaia consideriamo il calendario di semina. Tra pochi giorni, diciamo a fine aprile inizio maggio, i risicoltori provvederanno alla semina delle risaie. E, sperando in una stagione propizia, attenderanno la fine di settembre, magari inizio ottobre, per entrare in campo e raccogliere.

Sovescio post risaia

Subito dopo, in attesa della semina successiva, perché non puntare sul sovescio? D’altro canto, se si vogliono conservare terreni in buono stato, è bene non lasciare nessuna strada intentata, che passa anche dal considerare un erbaio autunno-vernino da sovescio o una cover crop autunno-vernina con leguminose anche in consociazione.

La cover crop da sovescio post riso

Dunque l’idea di apprestarsi, in post raccolta del riso, a procedere con la semina di una sovesciata è tutt’altro che balzana anche perché, come si diceva, gli impegni vengono finanziati con 180 euro per ciascuna misura fin qui menzionata.

Naturalmente, però, uno sguardo attento deve essere mantenuto sulle tempistiche e sui costi: una volta raccolto il riso, occorrerà fare presto, e pertanto la coltura da sovescio verrà seminata a spaglio su stoppia, difficilmente si procederà con un’erpicatura del terreno.

Sovescio post risaia

La coltura da sovescio resterà in campo fino ad aprile e quindi verrà distrutta, eventualmente procedendo con un’aratura leggera che permetta di interrare al meglio i residui colturali. Alcune riflessioni dovranno essere fatte, caso per caso, stagione per stagione, circa la modalità della semina del riso in post sovescio: meglio in asciutta, oppure in sommissione?

La valutazione dipenderà da una serie di fattori, tra cui le temperature stagionali (la stagione è calda o è fredda?) e circa la tipologia di coltura che è stata sovesciata. Le specie che danno i migliori risultati appartengono alle leguminose, in virtù della capacità di tali piante di fissare l’azoto atmosferico nel suolo attraverso la simbiosi a livello radicale con batteri del genere Rizobium.

La magia della veccia

Stando alle sperimentazioni in atto, tra le leguminose, la veccia (Vicia villosa) sembra essere la specie più rustica e adattabile alle condizioni di risaia. È comunque fondamentale ridurre o, ancora meglio, eliminare il ristagno idrico, anche se la veccia si è in grado di superare anche dei limitati periodi di sommersione, fatali invece per il colza o il trifoglio.

Le ricadute positive di questa successione sono facilmente intuibili: si risparmia concime (il riso utilizza molto bene l’azoto messo a disposizione dal sovescio) e migliora la fertilità del suolo. Se poi si tenta l’ambiziosa strada della coltivazione del riso biologico, allora questa successione è un passaggio obbligato.

Sovescio post risaia

Il sovescio e i suoi tanti perché

La tecnica del sovescio, cioè la semina di una coltura intercalare da interrare prima della semina della coltura principale allo scopo di mantenere o migliorare la fertilità dei suoli, è una delle più antiche pratiche agronomiche.

Eppure, per anni è stata accantonata se non addirittura dimenticata, perchè, si diceva, si sostengono costi per allevare una coltura che poi verrà distrutta. Complici le misure agro-ambientali, il sovescio da qualche anno è tornato alla ribalta.

Sovescio post risaia

D’altro canto, conti alla mano, si scopre che  i costi dalla concimazione con fertilizzanti di sintesi (il prezzo dell’urea è aumentato in maniera spropositata negli ultimi mesi, complice il conflitto russo ucraino) è decisamente più alto rispetto ai costi di produzione di una coltura destinata al sovescio.

A questo si aggiungano i premi: anche gli agricoltori meno sensibili dal punto di vista ambientale, anche i più dubbiosi circa l’antica pratica agronomica, si stanno ricredendo: sovesciare fa bene al portafoglio e pure all’ambiente.