Il coltivatore a dischi Vaderstad Carrier XL 625 è la macchina che si inserisce perfettamente in quelle realtà aziendali che decidono di investire su certi macchinari, per attuare la semina su sodo piuttosto che le tecniche agronomiche della minima lavorazione, insomma per chi già da anni di cambiare radicalmente la dinamicità della propria azienda.
In particolare la serie XL è anche adatta per l’interramento di sovesci, indipendentemente dalla loro altezza e densità, problemi di ingolfamento non se ne creano.
È importante per noi avere la possibilità di soddisfare i clienti con un prodotto di questa categoria, sono sempre più coloro che fanno cover crop tra una coltura e l’altra e servono attrezzi giusti anche per la riduzione delle erbe infestanti.
Una delle numerose realtà agricole che hanno scelto di praticare queste innovative tecniche agronomiche è l’Azienda Agricola dei fratelli Piero e Angelo Garbelli, nella quale da anni lavora un coltivatore a dischi Väderstad.

Il Vaderstad Carrier XL 625 a Birolo (Milano)
Si tratta di un Vaderstad Carrier XL 625, una dischiera con disposizione a X e organi aggressivi per una lavorazione veloce, ma non troppo superficiale, anche se poi, come spiegato in seguito, l’azienda ha adottato delle regolazioni per fare incidere in misura minore la macchina sul terreno.
La casa svedese di attrezzi per la semina e lavorazione del terreno, offre numerosi modelli di questi Carrier, distinti in due grandi categorie: con carrello fisso e pneumatici che rimangono paralleli al terreno durante la lavorazione (tipici, da sempre, dei modelli Carrier) e con carrello che permette di appoggiare le ruote in qualsiasi momento.

I titolari avevano optato per quest’ultimo modello in quanto si poteva alzare anche quando si trovano punti di terreno molle, il che può capitare in risaia, a differenza del primo che invece è più complesso da chiudere ed è necessario fare retromarcia per bloccarlo in posizione di trasporto.
La sostituzione del Lemken Karat 9
Il Vaderstad Carrier XL 625 era andato a sostituire un Lemken Karat 9, non per tipologia di macchina ma bensì per il lavoro svolto. Un motivo della scelta di cambiare era nel fatto che la continua lotta con il crodo non aveva dato i risultati sperati con l’attrezzo tedesco: 5 m di larghezza di lavoro. al seguito di un trattore da 230 CV, erano troppi per lavorare in profondità ad una buona velocità, quindi la macchina lavorava solo a 5 cm di profondità, facendo seccare troppo velocemente il terreno e non fornendo un buon risultato finale. In più, dove era presente molta erba, il rullo ad anelli finale si imbrogliava, lasciando poi l’erba molto ammucchiata al seguito.

Servono almeno 250 CV
Con il Vaderstad Carrier XL 625, al lavoro dietro a un trattore da 270 CV, i fratelli Garbelli possono agire anche più in profondità ad una buona velocità, circa 10-12 km/h.
Il disco, addirittura, potrebbe lavorare anche più veloce, ma è il trattore che spesso fatica quando l’erpice incide nettamente il lavoro, per la preparazione del letto di semina che potrebbe essere pronto anche dopo il primo passaggio.
Il trattamento erbicida è utilizzato una volta prima dell’azione del Väderstad Carrier XL 625, il quale viene impiegato al massimo due volte negli stessi appezzamenti, e dopo il quale si semina con una seminatrice a dischi, più precisamente una macchina molto adatta a seminare sulle stoppie: una Horsch Pronto DC.

La distinzione tra uno e due passaggi del Väderstad Carrier XL 625 viene fatta a seconda di quanti residui ed infestanti ci sono e anche dalla tipologia del terreno. Dove ne basta uno, il risparmio rispetto alle lavorazioni convenzionali è notevole
Tanta massa a terra
Il Carrier è, nel suo complesso, piuttosto pesante, con il rullo SteelRunner (tipo Packer) il peso arriva a 68 quintali. Questo permette di incidere anche i terreni più compatti alla profondità desiderata, non che in risaia sia indispensabile, però può capitare che in alcuni appezzamenti si trovi un terreno più compatto, soprattutto dopo anni che non si ara.

Le ruote di grosse dimensioni (400/60 R15.5) al posteriore incrementano ulteriormente la pressione della parte finale del Vaderstad Carrier XL 625. Su 6,25 m di larghezza di lavoro, si giustifica il fatto di utilizzare un over 250, che, a volte, è messo anche in difficoltà.
Strutturalmente le due file di dischi sono disposte di modo che ci sia molta luce libera fra esse e anche dal telaio, così da non avere ingolfamenti anche ad alte velocità. La seconda fila ha maggiore luce libera dal rullo posteriore in quanto interviene sul suolo già mosso dalla prima, la prima agisce invece su terreno più duro.
La regolazione della profondità avviene meccanicamente con una manovella nella parte anteriore del telaio, per un settaggio grossolano. Si interviene poi dalla cabina per registrare a piacimento l’escursione dei pistoni idraulici per la profondità dei dischi, la quale viene riportata su una scala numerata ben visibile dalla cabina stessa.
Tante le regolazioni
Anche il timone, agganciato all’occhiello di traino, può essere regolato idraulicamente per mettere in piano orizzontalmente i dischi. Sulla corsa del pistone si inseriscono dei blocchi per evitare leggere modificazioni involontarie e lasciare così inalterata la sua posizione fino alla successiva regolazione. Un manometro, in vista dall’anteriore della macchina, da la possibilità di monitorare il bilanciamento delle due ali dell’attrezzo, perché si eguagli la pressione al suolo.
I dischi conici TrueCut, da 610 mm di diametro, i più grossi ed aggressivi disponibili sul Väderstad Carrier XL 625, hanno quattro posizioni di fissaggio intercambiabili rapidamente per modificarne l’aggressività. TrueCut non indica solo la forma del disco, anche il particolare taglio esterno che ne permette una lunga durata e un’erosione uniforme.

Facendo slittare il disco direttamente nella sua sede tramite una particolare chiave ne viene modificata la sua inclinazione, influenzando così l’angolo di incidenza al suolo, che può variare tra gli 11 e i 19 gradi.
Tale sistema prende il nome di MultiSet, ed è disponibile solo sui Carrier L e XL. Tutti i dischi sono montati su una semplicissima sospensione in gomma indipendente, per permettere di superare gli ostacoli non penetrabili e ritornare in posizione di lavoro immediatamente dopo il loro superamento. Non che in risaia sia indispensabile, però nei terreni ghiaiosi o in altre condizioni è un sistema che torna sicuramente utile.

Svolte in capezzagna un po' lente
L’alzata degli organi di lavoro del Väderstad Carrier XL 625 per girare in capezzagna è un po’ lenta, anche con trattore accelerato per l’elevata portata richiesta per sollevare un tale peso, però all’interno dell’appezzamento non è indispensabile arrivare a fine corsa, rendendo così anche più rapido l’interramento dell’attrezzo.
In posizione di trasporto, i 6,25 m si restringono a 2,80 e inoltre questo modello, così come il più grande 825, dispongono già di serie delle sospensioni sull’assale per l’assorbimento di vibrazioni e urti, che avviene grazie ad un martinetto idraulico che funge da accumulatore.

“Il lavoro svolto, anche dove è presente molta erba, è buono” spiega uno dei due titolari, tempo fa abbiamo sistemato un’imperfezione dovuta ai due dischi stellari all’estremità delle ali, posizionati fra la prima e la seconda fila, perché veniva lasciata una traccia che non rimaneva perfettamente livellata con il resto della superficie lavorata.
Dopo vari tentativi e posizionando tali dischi con la minor incisione possibile, il problema era stato risolto. Dove abbiamo lavorato la terra in autunno con un semplice erpice a dischi, il Carrier ci ha permesso, in un solo passaggio, di sistemare e pareggiare perfettamente la superficie, oltre che di interrare le erbe infestanti cresciute nel frattempo”.