Flavescenza dorata, la diffusione eccessiva che preoccupa tutto il settore. Negli ultimi tempi dilaga soprattutto al nord, mettendo a rischio i vigneti e le relative produzioni vitivinicole 2023.
Oltre a quello legato alla peronospora, c'è un altro allarme che preoccupa in tempi recenti i viticoltori e i produttori di vino. Si tratta della flavescenza dorata, ovvero la malattia provocata da un fitoplasma che si insedia nei tessuti floematici dell’ospite e ne provoca il blocco della linfa elaborata, inducendo uno squilibrio delle attività fisiologiche dalla pianta stessa.
Definizione a parte, ci troviamo evidentemente di fronte a un'emergenza che rischia di creare importanti danni economici alle aziende italiane e non solo.
La recente diffusione preoccupa tutto il settore
Si, perché questo problema si presenta in tutta Europa e non da poco tempo. È da tanti anni che la flavescenza dorata è presente sul nostro territorio e su quelli a noi vicini, ma fino a oggi la sua azione è sempre stata circoscritta e controllata.
Negli ultimi tempi invece la sua diffusione massiccia ha iniziato a preoccupare in modo importante tutto il settore. In sostanza, questa sorta di batterio (Scaphoideus) punge le viti per succhiarne la linfa e così facendo trasporta anche eventuali patologie su altre piante (un po' come fanno le zanzare con la malaria, per intenderci).
E le piante colpite da fitoplasma vanno incontro a un lento deperimento pregiudicando quantità e qualità della produzione.
Le soluzioni
Per ovviare a questo tipo di problema bisogna dunque ricorrere all'azione tempestiva. È necessario – e anche obbligatorio – sradicare la pianta infetta e allontanarla dal vigneto prima possibile (e bruciarla) in modo che non contagi le altre piante attraverso il vettore.
Pertanto diventa fondamentale l'osservazione dei sintomi della malattia con un costante monitoraggio delle viti, fermo restando che anche l'utilizzo di trattamenti insetticidi specifici può aiutare a prevenire l'insorgere del problema; anche se a tal proposito va precisato che negli ultimi anni il vettore gode di una vita sempre più lunga e i trattamenti non sempre funzionano in modo efficace.
La ricerca di Bordeaux sulla diffusione
Dunque, fermare la diffusione del fitoplasma, è obiettivo comune all’intera viticoltura europea. E a tal proposito a Bordeaux, i ricercatori dell’Inrae, hanno utilizzato strumenti di modellazione statistica sulla base di migliaia di osservazioni sul campo raccolte dal Groupement de Défense contre les Organismes Nuisibles.
Ciò che è emerso dallo studio è che l’altitudine, l’età e il vitigno sono i principali fattori che influenzano l’infezione da flavescenza dorata.
Ad esempio, il rischio di infezione è due volte più elevato negli appezzamenti coltivati a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc o Muscadelle rispetto a quelli coltivati a Merlot. Inoltre, i ricercatori hanno notato che la probabilità di infezione diminuisce significativamente ogni 20 metri di altitudine e subisce l’influenza dell’ambiente circostante.