L'invasione del granchio blu spaventa.
La specie aliena, che arriva a pesare 1 kg, depone fino a 2 mln di uova e mangia qualsiasi cosa, compresi pesci e molluschi, in Italia preoccupa il settore ittico.
L'invasione in Italia di questo crostaceo sta mettendo a rischio molte produzioni con danni importanti dal punto di vista economico e non solo.
Parliamo di una specie aliena invasiva, giunta presumibilmente nel mediterraneo attraverso le grandi navi cargo provenienti dal continente americano, che ha la caratteristica di vivere in temperature comprese tra i 3 e i 35 gradi, di trovarsi a suo agio anche in acqua dolce e, soprattutto, di riprodursi molto velocemente (depone fino a 2 milioni di uova l’anno), mangiando praticamente qualunque cosa; può arrivare a un kg di peso, per 15 centimetri di lunghezza e 25 di larghezza.

Pericoloso per l’economia e per l’ecosistema
Questo cocktail di “ingredienti” lo rende, dunque, "pericolosissimo" sia perché è un animale che destabilizza l'equilibrio del “nuovo” habitat in cui si è insediato e sia perché perché la sua permanenza nei nostri mari genera danni economici a tutto settore ittico.
Il granchio blu sta infatti mettendo a rischio gli allevamenti ittici di vongole, cozze e ostriche dell’Adriatico, distruggendo molluschi e pesci.
Al punto tale da spingere le associazioni degli itticoltori (Fedagripesca-Confcooperative in primis) a chiedere misure urgenti per arginare questa specie aliena che non conosce predatori in natura, se non l’uomo.
Il Governo ha stanziato 2,9 mln di euro
Secondo Fedagripesca-Confcooperative, il danno economico attuale causato dal nuovo ospite in Italia sarebbe già attorno ai 100 milioni di euro.
Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, per arginare l’invasione del granchio blu, il Governo ha stanziato 2,9 milioni di euro in favore delle cooperative della pesca con lo scopo di tenerne sotto controllo la popolazione, aprendo anche una stagione straordinaria di pesca al granchio, fruttata già 326 tonnellate di raccolto solo in Veneto.

Da invasore a risorsa per l’export Made in Italy
Nel frattempo, da un'idea di una società riminese, è iniziato anche l'export agroalimentare Made in Italy: il primo container di 15 tonnellate di crostacei semilavorati è partito per la Florida, dando il via alla commercializzazione negli Stati Uniti dei granchi alieni pescati in Emilia-Romagna.
Allo stesso tempo il granchio blu – a quanto pare dal sapore molto gradevole - è finito anche nelle pescherie dei punti vendita di Aspiag Service, la concessionaria del marchio Despar nelle cinque regioni di competenza, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Lombardia.
Ed è diventato anche uno street food nei vicoli di Genova e non solo.

Il futuro però spaventa
Quello che è difficile prevedere è cosa succederà nei prossimi mesi. Anche perché la sensazione di esperti e addetti ai lavori è che la commercializzazione non basterà a contenere l'invasione.
Ad avvalorare questa tesi ci pensano le più recenti notizie che registrano la presenza del granchio blu anche nella zona di Orbetello e nei fiumi e laghi italiani.