Il contratto di affiancamento agricolo ha ancora senso nel 2023?

Lo strumento arriva dalla Legge di Bilancio 2018 che prevedeva un interessante strumento per favorire il ricambio generazionale in agricoltura: il contratto di affiancamento.

Esso, secondo il testo, oltre a dare accesso ad agevolazioni finanziarie e fiscali, includeva un tutoraggio da parte di un agricoltore esperto. In pratica si poteva stipulare tra tra imprenditori under 40 e over 65.

Il contratto di affiancamento agricolo nel 2023

Il ricambio generazionale in agricoltura

Il ricambio generazionale in agricoltura è un tema sempre più sentito sia dalle associazioni di categoria che dal legislatore.

L’ingresso di nuove generazioni, più capaci di sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche, dovrebbe favorire l’efficienza e la competitività del settore.

Le normative degli ultimi anni, che prevedono la concessione di mutui agevolati e di sgravi contributivi per gli agricoltori under 40, vanno proprio in questa direzione.

Non si può, tuttavia, trascurare (come, purtroppo, è stato fatto finora) il ruolo dell’esperienza e delle competenze maturate dagli agricoltori anziani, che, collaborando con i giovani e trasmettendo loro le conoscenze acquisite, possono favorirne l’inserimento.

Il contratto di affiancamento agricolo nel 2023

Il contratto di affiancamento, previsto dai commi 119 e 120 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2018 (tecnicamente la legge 205 del 27 dicembre 2017) vuol dare una risposta più articolata alle esigenze di ricambio generazionale.

Non si tratta di una novità assoluta, perché la misura era già prevista dall’articolo 6 della legge 154/2016. Questa norma attribuiva una delega al Governo, che avrebbe dovuto essere tradotta in provvedimento entro 12 mesi, per introdurre forme di società di affiancamento per le terre agricole. 

Un tutoraggio triennale

I giovani tra i 18 e i 40 anni (anche costituiti in forma organizzata), non titolari di titoli di proprietà o di diritti reali su terreni agricoli, e gli imprenditori agricoli (di cui all'articolo 2135 del Codice Civile) o coltivatori diretti con più di 65 anni (oppure in pensione), possono stipulare un contratto di affiancamento.

Esso, impegna da un lato l’imprenditore agricolo o il coltivatore diretto a trasferire al giovane affiancato le proprie competenze nell'ambito delle attività di cui all'articolo 2135 del codice civile e dall'altro il giovane imprenditore agricolo a contribuire direttamente alla gestione, anche manuale, dell’impresa e ad apportare le innovazioni tecniche e gestionali necessarie alla crescita della stessa.

L’affiancamento può avere una durata massima di 3 anni e comporta una ripartizione degli utili in una percentuale compresa fra il 30 e il 50% a favore del giovane aspirante imprenditore.

Il contratto di affiancamento agricolo nel 2023

Il contratto può stabilire il subentro del giovane imprenditore agricolo nella gestione dell'azienda e prevede forme di compensazione, sempre a favore del giovane imprenditore, in caso di conclusione anticipata dello stesso.

Al giovane imprenditore, in caso di vendita, è, inoltre, garantito, per i sei mesi successivi alla conclusione del contratto, un diritto di prelazione ai sensi dell’articolo 8, comma 1, L. 590/1965.

Nel periodo di affiancamento il giovane imprenditore è equiparato all’imprenditore agricolo professionale (IAP) e, pertanto, deve iscriversi alla gestione agricola Inps,

Benefici anche economici

Il contratto di affiancamento, da allegare al piano aziendale presentato all'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), dà accesso prioritario alle agevolazioni concesse ai sensi del d.lgs. 185/2000 (Misure in favore dello sviluppo dell’imprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale), come ad esempio i mutui agevolati per gli investimenti (entro i limiti fissati dall’Ue), i contributi a fondo perduto in conto gestione (sempre nei limiti fissati dall’Ue), l’assistenza tecnica in fase di realizzazione degli investimenti e di avvio delle iniziative o le attività di formazione e qualificazione dei profili imprenditoriali funzionali alla realizzazione del progetto.

Il contratto di affiancamento agricolo nel 2023

Il giovane imprenditore, dovendo iscriversi alla gestione agricola Inps, può beneficiare di un’ulteriore agevolazione: lo sgravio contributivo del 100% per 3 anni, che, come sappiamo, spettano ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali under 40 che s’iscrivono alla gestione previdenziale.

Sebbene la legge non lo espliciti chiaramente, da quanto detto (necessità di trasmetterlo all’Ismea e di produrlo per ottenere le agevolazioni) si evince che il contratto debba avere forma scritta.

In ogni caso appare opportuno, per una maggior tutela delle parti, stipularlo con l’assistenza delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali.

Una nuova visione

La presenza del contratto di affiancamento agricolo denota un cambio di visione da parte del legislatore su come incoraggiare l’ingresso dei giovani nel settore agricolo. Prima della sua introduzione, infatti, ci si era preoccupati esclusivamente di favorire l’avvio dell’attività giovanile attraverso la concessione di mutui agevolati e sgravi contributivi triennali.

Oggi si vuol favorire anche il buon andamento dell’impresa nei primi anni di gestione, permettendo il passaggio di conoscenze tecniche e gestionali dagli agricoltori esperti ai giovani.

Il contratto di affiancamento agricolo nel 2023

Non è un cambiamento da poco: è come se, invece di limitarsi ad aiutare un bambino a stare in piedi, lo si accompagnasse anche a muovere i primi passi.

Questo istituto giuridico, inoltre, permette di ristabilire un rapporto di fiducia fra diverse generazioni ed evita che vengano chiuse imprese ben avviate e ben gestite da agricoltori ultrasessantacinquenni, esperti e capaci.