L'idoneità dei terreni all'irrigazione è sicuramente studio articolato ma che diventa strumento utilissimo per non cadere in emergenza siccità. Soprattutto dove l’acqua scarseggia.
L’irrigazione costituisce attualmente la principale voce d’impiego delle acque a livello nazionale. D'altra parte il settore agricolo, pur se con oscillazioni importanti, non ha perso di valenza economica per quanto riguarda la produzione, mantiene primaria importanza strategica e influenza direttamente l'assetto territoriale su scala mondiale.
Gli andamenti climatici non prevedibili a lungo periodo e le variazioni evidenti di clima a cui abbiamo assistito in un arco di tempo ridotto e più breve di quanto si ritenesse fino a pochi anni or sono, in molte aree hanno portato ad una riduzione delle disponibilità idriche e a un aumento dei fabbisogni colturali.

La crescente richiesta di acqua di buona qualità nelle regioni ove la piovosità è inadeguata e l'incremento della produzione agricola, da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo, è ancor di più in questi anni inscindibilmente connesso all'uso di acqua per l'irrigazione.
Lo sviluppo e l'esercizio di tale pratica richiedono sempre ingenti investimenti sia tecnici sia finanziari.
Nei territori aridi e semi-aridi o con stagione asciutta pronunciata, l'acqua è una risorsa generalmente limitata a fronte di fabbisogni idrici per l'agricoltura quasi sempre elevati.
È pertanto necessaria un'oculata e razionale gestione di questo bene naturale, al fine di assicurare il miglior uso di tutte le risorse disponibili nell'interesse dello sviluppo economico e sociale di una determinata regione.

Non è tempo di sprechi
Queste premesse suggeriscono la necessità di una scelta delle aree da destinare all'irrigazione. In pratica serve prevedere, attraverso le analisi di un Ente qualificato e certificato, se un terreno sia o meno idoneo, essenzialmente, a ricevere l'acqua irrigua.
Si tratta, ovviamente di un investimento e non di poco conto, ma che permette di prevedere la valenza di un piano irriguo in maniera accurata e precisa e non empirica perchè collegata solo alla posizione geografica o amministrativa.
Lo studio dei suoli finalizzato alla valutazione del territorio a scopo irriguo è il preliminare essenziale per una corretta scelta delle aree irrigabili e rappresenta anche un mezzo indispensabile per una valida programmazione e progettazione anche al di fuori della singola realtà aziendale.
Conoscenze dettagliate dal macro al micro, dal territorio al terreno per intenderci e sulla sua chimica del suolo sono, inoltre, indispensabili non solo dal punto di vista ingegneristico (disegno della rete irrigua, calcolo delle condotte, ecc.) ma anche da quello agronomico e gestionale (ampiezza delle aziende, metodi di irrigazione, scelta delle colture, ecc).

Le indagini territoriali e lo studio dei suoli irrigabili sono infine fondamentali per impostare una valutazione di fattibilità che metta in evidenza la capacità di remunerazione dei capitali investiti in irrigazione (e suo miglioramento) mediante l'aumento o l’ottimizzazione della produzione agricola.
L’arte di simulare per ottimizzare
Si va a creare praticamente un modello di indagine pedologica con cartografia di dettaglio (scala 1:25.000) finalizzata ad una valutazione del territorio a scopo irriguo.
Lo studio inizia con l'inquadramento geografico della zona da sottoporre ad indagine in modo tale da poterne identificare i tratti geografici e socio economici più salienti (monti, fiumi, laghi, strade principali, ecc.), soprattutto inerenti a pratiche irrigue già esistenti.

La fase successiva comporta l'analisi dei dati climatici di temperatura e precipitazione che permettono di effettuare il bilancio idrico dell'area e giungere ad una classificazione del clima, in modo tale da esprimerne in maniera sintetica le sue caratteristiche principali.
Più in particolare il calcolo del bilancio idrico consente di trarre delle informazioni sulle perdite idriche dell'ambiente per evapotraspirazione e sul regime di umidità dei suoli.
L’analisi deve essere puntigliosa
Un metodo di calcolo del bilancio idrico è quello che tiene conto, oltre che dei valori di temperatura e precipitazione, anche della riserva idrica dei suoli.
Acquisiti i dati climatici, che permettono di trarre delle prime indicazioni sui tipi di suolo presenti nell'area di studio, si sono rilevati i principali substrati geologici affioranti nella zona.
Si passa poi, con l'ausilio della interpretazione delle foto aeree o satellitari, all'individuazione delle unità geomorfologiche evolutesi sui vari substrati geologici.
Per ciascuna unità sono stati quindi individuati i tipi di suolo che vi si sono evoluti, selezionando i profili rappresentativi, effettuando il campionamento, le analisi fisico-chimiche e la conseguente interpretazione.
Dalla rilevazione alla classificazione
Tali dati sono serviti da base per individuare, utilizzando la Carta dei Suoli, la loro classe d'idoneità all'irrigazione.
Terminata l'elaborazione della Carta dei Suoli, che rappresenta il fine ultimo di tutta la fase sperimentale e prima di passare alla Carta d'idoneità all'irrigazione, è stata anche valutata la qualità dell'acqua irrigua utilizzata nella zona d'indagine.

Sarebbe utile poi campionare le acque di fiume o di falda per classificarle secondo la scala di valutazione FAO. Questa fase, tutt’altro che superflua, di indagine sulle acque utilizzate, è necessaria per evitare i rischi connessi all'uso di acque irrigue non idonee ad esempio a causa di elevate concentrazioni di sali, elevate concentrazioni di sodio, presenza di elementi inquinanti (boro, litio, cloro, sodio, metalli pesanti).
Stabilita la qualità dell'acqua si passa alla fase applicativa, cioè la costruzione della Carta d'idoneità all'irrigazione sulla base sia dei dati forniti dalla Carta dei Suoli sia dei criteri di classificazione adottati.
La classificazione utilizzata è quella U.S.B.R. (Land classification for irrigation,1981) che fornisce un sistema economico per selezionare e classificare le qualità del territorio considerato in vista dell'utilizzo irriguo. Il territorio è suddiviso in classi che riflettono la sua capacità a sopportare adeguatamente una gestione agricola irrigua Si tratta del miglior strumento che permette di remunerare i capitali d'investimento.
Irrigabili in tre classi
Tale elaborazione si basa su informazioni sulle condizioni del suolo che influenzano l'agricoltura irrigua.
In questo modo le unità pedologiche possono essere raggruppate per queste caratteristiche simili in territori arabili (sono quelli in cui sussistono le strutture aziendali essenziali, per cui con l'irrigazione consente una capacità produttiva sufficiente a compensare le spese di produzione e dare un ragionevole reddito ed un'adeguata remunerazione dei capitali investiti), territori irrigabili (territori arabili che, elaborato un piano idrico, possono essere utilizzati senza degradare la risorsa suolo) e la classe di territorio, ovvero una categoria di territorio avente caratteristiche fisiche simili o molto contrastanti, ma nello stesso tempo caratteri economici simili nei riguardi dell'idoneità all'irrigazione.

Le classi di irrigabilità previste dal metodo proposto dall'U.S.B.R. sono sei di cui quattro arabili ed irrigabili, una per le zone temporaneamente non irrigabili ed una per le aree permanentemente non irrigabili.
Da quanto riportato risulta che, qualsiasi intervento volto ad uno sfruttamento intensivo del territorio per mezzo dell'irrigazione non può, o non dovrebbe, essere applicato al di fuori dei terreni appartenenti alle classi d'idoneità.
Questo sia dal punto di vista economico di un'adeguata allocazione delle risorse tecniche e finanziarie sia da quello di un risparmio dell'acqua.