Allevamenti bovini Ue: si spinge per il modello irlandese per l’Italia, quello che punta sulle tecnologie per abbattere il metano.
Si passa dai sistemi per monitorare la nutrizione e la salute animale. Moduli di vertical farming per la coltivazione idroponica di foraggi iindoor, a tutta la nutriceutica per la dieta animale in grado di abbassare il livello di emissioni di metano.
A Dublino 1.700 espositori presenziano la 93esima edizione della National ploughing championship, la più grande fiera agricola all’aperto d’Europa. Nata nel 1931 come un campionato di aratura,oggi si è trasformata in un’expo vera e propria di macchinari e tecnologie per il mondo agricolo.
Allevamenti bovini Ue: modello Irlanda per l’Italia
In Irlanda l’agricoltura è quasi tutta allevamento. Su 4,4 milioni di Sau, oltre l’80% è adibito a pascoli: ospitano 1,5 milioni di vacche da latte e 6,6 milioni di bovini da carne, oltre a 3,7 milioni di pecore.
Un sistema di allevamento molto differene da quello italiano in cui prevale la stabulazione libera con il 95% dell’alimentazione costituito dall’erba dei prati.
E se tutto questo rende l’allevamento irlandese parecchio sostenibile dal punto di vista della produzione di anidride carbonica, non lo salva però dai limiti imposti dalla Ue alle emissioni di metano e di protossido d’azoto (gas climalteranti).
L’agricoltura irlandese nel suo complesso è responsabile del 90% delle emissioni nazionali di protossido di azoto, mentre il solo allevamento di bovini pesa per il 68% delle emissioni nazionali di metano, contro una media mondiale del 44%. È dunque su questi due fronti che la ricerca irlandese si sta concentrando, per centrare gli obiettivi fissati da Bruxelles.
In Irlanda gli investimenti in innovazione crescono al ritmo del 30% all’anno. Con l’Irlanda abbiamo alcune battaglie comuni da portare avanti - racconta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia, come gli studi sull’alimentazione bovina per individuare un mix di elementi e integratori in grado di ridurre le emissioni di metano (fonte il Sole 24 Ore)
Riduzione dell'impatto inquinante degli allevamenti
L’interesse degli imprenditori italiani alla kermesse irlandese si è concentrato sulle tecnologie digitali per la riduzione dell’impatto inquinante degli animali da allevamento.
Nel settore agritech l’Irlanda conta oltre un centinaio di imprese, che nel 2023 hanno fatturato 1,6 miliardi di euro.
Ad oggi, però, le aziende che sono riuscite a sbarcare sul mercato italiano sono pochissime. La più grande è Dairymaster, che produce mungitrici automatiche.
Allevamenti bovini Ue: modello Irlanda per l’Italia
Il comparto agritech è in crescita in generale, il governo irlandese punta molto su tutto quello che ha a che fare con la produzione di cibo. Per quanto riguarda in particolare l’allevamento, l’innovazione si sta concentrando soprattutto su due trend, quello dei supplementi alimentari e quello dei sensoriper la diagnostica.
Vanno in questa direzione aziende come Brandon Bioscience, che produce biostimolanti derivati da molecole marine, oppure Terra Nutritech, che producei ntegratori mineralil liquidi per l’alimentazione del bestiame e che si sta già muovendo in Italia, alla ricerca di un distributore.