Si chiama Flower Mix, il miscuglio in essenze floreali di Seminart ad usi sovescio che permette di accedere ai contributi PAC.
La nuova Politica agricola comunitaria infatti premia la biodiversità e tutte le pratiche atte a favorirla. In quest'ottica si pone il miscuglio Flower Mix di Seminart, che include una decina di specie e che permette non solo di migliorare il terreno e la biodiversità (scopo principale) ma anche di accedere ai fondi europei.
Questo è il periodo ideale per la semina - precisa Alberto Farè, tecnico responsabile di Seminart - e il ciclo deve durare fino a fine settembre, per poter rientrare nei contributi PAC (Ecoschema 5) che prevedono fino a 500 euro a ettaro.
Si può seminare anche in zone marginali o incolte, l'importante è che si ottenga un impatto positivo sulla biodiversità.
La composizione di Flower mix è costituita da piante a fioritura intensa e appariscente, in grado di produrre grandi quantità di nettare e favorire il ripristino degli habitat per gli insetti impollinatori. Ne fanno parte ad esempio la Veccia comune, la Senape bianca, il Fieno greco, la Lupinella, il Rafano e il Trifoglio incarnato. E ancora il Trifoglio pratense, il Trifoglio resupinato la Senape bruna, la Sulla, il Trifoglio sotterraneo oltre all'immancabile Erba medica.
È una miscela studiata per rispondere alle esigenze della nuova PAC 2023, composta da sole specie indicate dall'Ecoschema5.
La sua composizione mista favorisce la biodiversità e la resilienza dell'ecosistema e può essere impiegata anche in agricoltura biologica.
Come si utilizza
Flower Mix di Seminart si utilizza come copertura nelle zone marginali degli appezzamenti, per inerbire l'interfila di frutteti, vigneti e oliveti e l'area di proiezione della chioma in caso di alberature più imponenti.
Si semina a primavera con un dosaggio di 40 kg/ha a una profondità di 20 mm con tecnica a spaglio, a file o su sodo.
La trinciatura avviene a fine fioritura mentre la gestione nl ciclo contempla periodici tagli, da eseguire in post fioritura per facilitare il reintegro degli insetti impollinatori utili, garantire la riproduzione e la nutrizione della fauna selvatica.
Alla fine del ciclo - conclude Farè - si può trinciare e lasciare lo sfalcio come pacciamatura naturale, oppure interrare per aumentare il contenuto di sostanza organica nel terreno.