La raccolta della patata nel 2023 ha raggiunto livelli di automazione che forse sono passati un po' inosservati, ma che sono stati sicuramente significativi. E ora la tecnica si adopera per preservare il prodotto finale.

Negli ultimi anni, infatti, lo sviluppo della tecnologia di raccolta delle patate è stato caratterizzato da rese sempre crescenti che hanno intensificato l’esigenza di una maggiore produttività ed efficacia della fase di raccolta con conseguenti difficoltà relative alla separazione dal tubero da agenti inquinanti (sassi e terreno) e di tutela del prodotto stesso a fronte di prestazioni per superficie che sono richieste essere superiori.

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L’innovazione in questo senso ricopre un ruolo fondamentale se i pensa che dalla fase di raccolta di questi prodotti dipende, gran parte, della resa quantitativa ma soprattutto qualitativa della stagione.

Raccolta e pulizia

La produzione di patate (che avviene con modalità simili a quelle della cipolla) è tra le più comuni e diffuse. La patata è pianta per cui, ormai, le tecniche di scavo e raccolta sono ben consolidate ha nella fase di estrazione del tubero una delle sue fasi più delicate. La macchina “standard” è la scava-raccogli-patate dotata di bunker.

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Si tratta di un’operatrice, per lo più trainata (esistono anche modelli semoventi), mono o bifila.

Il bunker, con capacità variabile da 25-40 q per le monofila a 65 q per le bifila, dispone di un fondo mobile per lo scarico del prodotto costituito da materiale atto a ridurre il danneggiamento derivante dall’impatto dei tuberi sul fondo della tramoggia stessa; al bunker può essere applicato un convogliatore in materiale plastico, spesso dotato di cinghie, con funzione rompi-caduta.


Un sistema di rottura delle zolle, inoltre, le sbriciola mentre le patate rotolano sopra il terreno e passano alla fase successiva, di selezione con cui si scartano i tuberi danneggiati, le eventuali zolle o i residui vegetali. A questo punto, il nastro scarica le patate selezionate nel bunker.
La selezione è di tipo manuale, grazie ad operatori che intervengono su un nastro di cernita allontanando la terra e il prodotto di scarto. Il problema della presenza di vegetazione, sia essa derivante dalla parte aerea della coltura o dalle infestanti presenti in campo, viene di solito brillantemente superato grazie a nastri defogliatori che trattengono tale vegetazione e la convogliano sul terreno.

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Abbasso le cadute

In tutto questo percorso i progettisti devono combinare due necessità: fare una buona produzione ma al tempo stesso preservare tuberi e bulbi da ammaccature e rotture, che durante la conservazione provocherebbero muffa e marcescenza su tutti gli esemplari che si trovassero nelle vicinanze.

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Per questo motivo, nei vari passaggi meccanici si devono evitare tutte quelle situazioni potenziali portatrici di abrasioni o cadute da altezze troppo elevate. Tutti i nastri sono posizionati a dislivelli tali per cui la caduta dei tuberi non superi mai i 15 cm. Nei progetti vengono inoltre smussati angoli e spigolosità (le spranghe dei tappeti sono arrotondate).

Paese che vai raccoglitrice che trovi

Rispetto alla tipologia “basica” di raccoglitrice precedentemente descritta, l’evoluzione tecnica ha portato a nuovi progetti meglio rispondenti a specifiche esigenze colturali.

Alcuni costruttori hanno ad esempio perfezionato la fase di rimozione della parte vegetativa prima della raccolta dei tuberi, perchè questa può creare ingolfamenti, utilizzando una specie di trincia­stocchi, che scarica la parte aerea nei solchi fra le porche.

Analogamente a quanto avviene per le bietole, sono state sviluppate macchine a “cantieri separati” e a “cantieri riuniti”.


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Per quanto attiene alla prima categoria, presente in alcune zone del Nord Europa, si tratta di macchine (mono e bifila) che operano in due tempi, prevedendo un primo passaggio con scavo dei tuberi convogliati su un nastro e, successivamente, lasciati in andana.

La trattrice può eventualmente essere equipaggiata anteriormente con un defogliatore, che ha la funzione di trinciare l’apparato vegetativo della coltura e delle eventuali infestanti presenti,
facilitando la successiva scavatura. Le patate sono raccolte nel passaggio successivo con attrezzature autocaricanti, dotate di una testata ad organi a forma di rullo, che sollevano e accompagnano i tuberi.


Le scava-raccogli (macchine a cantieri riuniti) possono essere dotate di tramoggia oppure di "collo di cigno" per lo scarico immediato su un carro che corre a fianco.
 

“Trebbiatura” a suon di tuberi

Esistono poi macchine operatrici dotate di “collo di cigno”.

In pratica è un elevatore laterale che consente il convogliamento del prodotto direttamente su un carro che procede affiancato alla macchina escavatrice.


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Questa soluzione presenta il vantaggio di svincolare la raccolta dalle esigenze di scarico frequente, necessario per le macchine dotate di bunker a causa del rapido riempimento dello stesso.


La presenza di una tramoggia di carico applicata alla macchina escavatrice penalizza le aziende di grandi dimensioni, per lo più caratterizzate da campi piuttosto lunghi, che si vedono quindi costrette a predisporre in campagna più punti di scarico del prodotto.


Recentemente sono stati immessi sul mercato modelli di macchine a “collo di cigno” dotate di piattaforma di cernita per consentire il lavoro di selezione degli operatori.


Un altro vantaggio di queste operatrici è il costo, di solito inferiore rispetto ad analoghi modelli dotati di bunker. Per contro, un cantiere di raccolta che preveda l’utilizzo di una macchina di questo tipo richiede l’utilizzo di una trattrice per il traino dei carri di raccolta.
 

Fondamentale è il quando raccogliere

Il giusto momento per la raccolta della patata è un aspetto di estrema importanza per la qualità e la conservabilità del tubero.

Nel caso delle patate novelle la raccolta è anticipata a uno stadio in cui il periderma (buccia) non è ancora suberificato e si distacca facilmente mediante leggera pressione tangenziale delle dita. Per la patata a piena maturazione non esistono metodi oggettivi per stabilire che è giunto il momento della raccolta, e si considera l’avanzato ingiallimento dell’apparato epigeo e l’aderenza del periderma, che deve essere ben suberificato e non distaccarsi dalla polpa.

Il parametro migliore per la raccolta sarebbe il contenuto in sostanza secca, che aumenta con il progredire della maturazione.

La raccolta della patata: a che punto siamo

Il contenuto in sostanza secca si misura in maniera indiretta analizzando il peso specifico (o densità) di un campione di tuberi.

Esiste, infatti, una relazione tra queste due caratteristiche, dovuta al fatto che l’amido ha un peso specifico assai superiore a quello dell’acqua e perciò quanto più acquosi sono i tuberi tanto minore è il loro peso specifico.

Si considera che per le patate da consumo fresco la percentuale di sostanza secca deve essere compresa tra 17 e 20, mentre per quelle destinate all’industria di trasformazione tra 20 e 25. Esistono diversi metodi per misurare il peso specifico: il metodo dell’idrometro, quello delle soluzioni saline e il metodo della doppia pesata.

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E la conservazione?

Le patate raccolte vengono immesse immediatamente sul mercato per consumo fresco solo nel caso
delle produzione fuori stagione (primaticce, bisestili) o precoce.

Il grosso della produzione di
stagione viene immesso sul mercato, sia del consumo fresco sia dell'industria, gradatamente per un
periodo di tempo che può estendersi fino a 8-10 mesi: è quindi molto importante conservare le patate in modo appropriato per limitare le perdite di peso, impedire sia la germogliazione che lo sviluppo di malattie.

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È fondamentale inoltre preservare la qualità dei tuberi: culinaria per le patate da consumo, tecnologica per quelle destinate alla trasformazione industriale.
La buona conservazione dipende dalle condizioni del locale di immagazzinamento. La temperatura di conservazione ottimale è di 5-6°C.

Temperature inferiori hanno l'effetto di produrre un'accumulazione eccessiva di zuccheri solubili (fruttosio, glucosio), responsabili dell’addolcimento dei tuberi.

Le patate destinate al consumo possono subire un trattamento con prodotti antigermogliazione (a base di CICP) quando la conservazione si debba prolungare oltre 2-3 mesi con temperature di 6°C o più.


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I magazzini di conservazione devono essere ben ventilati in modo da permettere l'essiccazione dei tuberi appena introdotti, favorire la cicatrizzazione delle ferite ricevute alla raccolta, impedire la condensazione d'acqua sulla loro superficie.


L'eccessiva intensità luminosa può inverdire gli stati corticali.

Tale inverdimento è un inconveniente grave per i tuberi da mensa (sapore amaro, presenza di solanina), ma può risultare utile per tuberi da semina.

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