Raptor e Predator, nomi altisonanti che descrivono la gamma di ripuntatori prodotta dalla Di Raimondo s.r.l., un’azienda con sede a Modica, specializzata nella produzione di macchine per la lavorazione e preparazione del terreno. Ma non un terreno qualunque: bensì il più con tessitura difficile da lavorare, quello roccioso.

La Sicilia, in particolare questa zona, è caratterizzata da uno strato lavorabile che a volte non raggiunge lo spessore di 10 cm, sotto al quale si nasconde (e neanche tanto bene) la roccia madre, il suolo impenetrabile che in milioni di anni ha formato il terreno lavorabile. E per complicare ulteriormente la situazione, l’alta presenza di pietre anche di grosse dimensioni ostacola ulteriormente le lavorazioni agronomiche, che devono essere perciò realizzate con attrezzi idonei a questo substrato e che possano garantire un’alta resistenza alle sollecitazioni e agli impatti con la roccia madre.





Un'esperienza heavy duty
Di Raimondo produce aratri e coltivatori a dischi in linea idropneumatici, raccoglisassi trainate o portate, coltivatori a molla e idropneumatici e ripuntatori di profondità. Di questi ultimi attrezzi, che non sono realizzati per la Sicilia a causa della loro elevata profondità di lavoro, oltre a produrre il modello ad ancore fisse sul telaio e ad ancore idropneumatiche, vengono creati dei carrelli porta attrezzi ad hoc per l’applicazione di tali ripuntatori a macchine cingolate.
L’azienda esporta non solo in tutta Italia, ma anche in Europa e alcuni paesi di Africa, Asia ed America, proprio per la solidità e la robustezza che contraddistingue le macchine Di Raimondo. Nel caso specifico dei ripuntatori, nei modelli Raptor, il più leggero, e Predator, il più robusto, la vendita in Italia ha coinvolto soprattutto diverse provincie del centro del paese, tra Lazio e Toscana e anche regioni come Puglia e Basilicata, dove è duro lavorare in profondità, ma non s’incontra la roccia come in Sicilia.





Nel cuore della Toscana, in particolare nella provincia di Siena, sono numerose le aziende che hanno acquistato ripuntatori Di Raimondo, in virtù della loro qualità di lavoro e robustezza. La zona di Asciano è tra le più collinari della zona e, secondo le lavorazioni svolte, i trattori spesso eseguono aratura o ripuntatura solo in discesa, mentre attuano la salita a vuoto con l’attrezzo alzato.
Trattore cingolato o si fatica
Per le pendenze e le necessità di trazione le aziende possiedono almeno una o due grandi macchine cingolate. Di queste, se ne trovano parecchie con cingolatura in ferro e diversi anni di lavoro alle spalle e, non meno importanti, macchine a due cingoli in gomma più recenti e potenti. Per migliorare i lavori di ripuntatura con queste macchine, Di Raimondo produce carrelli portattrezzi che si agganciano al gancio di traino e al posteriore reggono i ripper. Diversi per pesi e portata di sollevamento, apportano diversi vantaggi: non si producono fenomeni di impuntamento e slittamento ma la trattrice ha sempre la massima aderenza al suolo durante la lavorazione e compie il minimo sforzo di trazione e la particolare struttura permette lo scarico parziale del peso sollevato sull'asse delle ruote in modo da migliorare il bilanciamento, anche durante i trasferimenti.





Il carrello più prestante è il modello Mammut, capace di alzare ripuntatori fino a 40 quintali di peso. I ripuntatori invece, hanno una particolarità che li distingue non solo a livello nazionale, bensì come attrezzi nel mondo. Il bullone di sicurezza non è all’interno dell’ancora, ma è posizionato fuori dal telaio -sopra di esso- e si spezza solo quando l'ancora incontra un corpo rigido, come ad esempio un ceppo o una grossa pietra.
Non si rompe mai con la normale tenacia del suolo, anche dei più argillosi. La motivazione? Semplice quanto efficace: il sistema di leve riduce di molto lo sforzo di taglio sul bullone e quindi assicura una maggiore durata prima della rottura. La posizione di tale bullone, inoltre, permette una sua facile sostituzione perché si trova ad altezza uomo, per tanto non è necessario piegarsi o andare sotto l'attrezzo. Questa idea dell’azienda siciliana ha stravolto il sistema di sicurezza, con bulloni molto più piccoli di quelli usati solitamente, che vanno da 12 a 16 mm a seconda dei modelli.
Questo sistema che funziona in sinergia con un telaio robusto e propriamente rinforzato per lavorare sempre sotto sforzo, frutto di decine di anni dell’esperienza di Di Raimondo, riduce i tempi morti e la necessità di dovere acquistare decine di bulloni di sicurezza. Ad Asciano lavorano due Fiatagri 160-55 perfettamente funzionanti con al seguito due ripuntatori modello Raptor 5 ancore montati su due carrelli idraulici identici, diversi Challenger con Raptor 7 ancore sia rigidi che idropneumatici e, dall’estate 2016, anche un Predator 9 ancore.
Serve un trattore alta potenza
Quest’ultimo è uno dei più grossi e produttivi ripuntatori della sua categoria, tanto che ne sono richiesti in paesi esteri e in Africa. Per il Predator 9 sono infatti necessari dai 300 ai 400 CV al traino ottimizzabili grazie al carrello agganciato al gancio di traino e alla cingolatura del trattore rispetto agli pneumatici, per questo Giacinto Beninati e il figlio Mariano utilizzano il Challenger MT775E. Un’azienda, con centinaia di ettari sparsi sulle crete senesi e proprietaria di due macchine da raccolta autolivellanti, ha da numerosi anni ripuntatori Di Raimondo. Giacinto, dopo aver provato l’accoppiata Predator e Mammut, è rimasto positivamente sorpreso del lavoro e dell’attrezzatura.
“Abbiamo provato a oltre 60 cm di profondità, ridotta poi a 50 cm perché più che sufficienti per dissodare il terreno argilloso nella frazione Mucigliani, in entrambi i casi gli attrezzi non si impuntavano e non avevano movimenti ed oscillazioni involontari che potessero mettere in difficoltà la lavorazione”.
Dietro al Challenger, il Predator 9 è stato testato anche su appezzamenti dove erano presenti stoppie di cereali piuttosto folte:
“anche in questo caso il ripuntatore non si è arrestato, l’ampia luce libera dal suolo al telaio permette il passaggio dei residui colturali, non si è mai imbrogliato, neanche in salita dove è stato provato a velocità più basse”.
La larghezza di lavoro del Predator 9 è di 4,2 m con 47 cm di interfila, i lati esterni pieghevoli per il trasporto su strada. Il peso del modello leggero si aggira intorno ai 25 quintali mentre la versione più pesante ne pesa 30. Questa cifra va poi sommata ai 26 quintali del carrello portattrezzi Mammut; il peso complessivo è quindi piuttosto elevato ma la capacità oraria e la velocità che può raggiungere, dove ci siano macchine in grado di tirarlo, sono senza pari. Grazie al carrello, però, anche i trasferimenti stradali sono molto migliorati: con un attrezzo portato lo sbalzo sul posteriore farebbe oscillare la trattrice ad ogni dosso, mentre questa soluzione fornisce di avere una sicurezza al pari di quella di un rimorchio.
Nel caso del Raptor, molto più leggero e idoneo anche all’utilizzo come attrezzo portato, la versione idropneumatica evita il bullone di sicurezza e consente un lavoro no-stop perché sono proprio le ancore ad alzarsi verso l’alto quando incontrano un corpo rigido. La pressione dell’impianto è regolabile, grazie ad un rubinetto che apre la connessione tra attrezzo e trattore e, semplicemente con un doppio effetto, si possono incrementare e diminuire i bar del sistema.
Le larghezze di lavoro dei ripuntatori Raptor arrivano anch’essi a 4 m, ma ci sono modelli che partono da 2,5 m di larghezza per trattrici meno potenti. Questa gamma di attrezzi, messa a dura prova dietro a macchine cingolate, si è dimostrata robusta e di gran lunga superiore ad attrezzi della concorrenza testati sulle colline toscane.
PAROLA Al TRATTORISTA (Giacinto Beninati)

Da quando conosco Di Raimondo ho sempre utilizzato i suoi ripuntatori perché sono macchine veramente solide e, oltre a svolgere un lavoro ottimale, non necessitano di assistenza e rinforzi negli anni, sono costruiti con materiali solidi e hanno quel sistema del bullone di sicurezza che non si rompe mai, anche nei terreni più argillosi ed impegnativi. Il prezzo rispetto ad attrezzi della concorrenza è leggermente più elevato, ma ampiamente giustificato per la qualità che li contraddistingue.