Il Syn Trac è un concept di trattore-veicolo multiuso austriaco innovativo che propone nuove soluzioni mai viste sul mercato, a partire da un sistema di aggancio di attrezzi che incorpora sollevatore, potenza idraulica e meccanica oltre alla connessione elettrica.
Trattore apparentemente compatto
Difficile dare una risposta netta di cosa esattamente il Syn Trac sia. Partiamo col dire che con i suoi 4 metri e 70 di lunghezza, 2 e mezzo di larghezza, con una altezza di quasi 3,5 metri e una massa di 11 tonnellate, non si tratta di un veicolo compatto come dimensioni.

Misure che sono quelle del “corpo base”, considerando che davanti e soprattutto dietro a questo concept possono essere agganciati di moduli che ne fanno un veicolo per svolgere attività agricole e non.
Un ibrido tra camion e trattore
Il punto di incontro tra un camion portattrezzi, una sorta di Unimog insomma, e un trattore a ruote isodiametriche tipo il JCB Fastrac: è forse questa la descrizione più vicina alla realtà del Syn Trac, che si propone come mezzo da lavoro polivalente in azienda agricola perchè può essere usato per sollevare, per falciare, per trainare ad alta velocità, e all’occorrenza per lavorare in pieno campo, sempre a detta dei progettisti dell’azienda austriaca.

Larghezza | 2.550 mm |
Altezza | 3.400 mm |
Passo | 3.300 mm |
Lunghezza | 4.700 mm |
MTT | 11.500 kg |
Un attacco mai visto
Ma la più grande innovazione del Syn Trac non è il solo saper fare tante cose.
È piuttosto il come riesce a farle. Per farla breve sul Syntrac sparisce definitivamente l’aggancio a tre punti che viene sostituito da un nuovo brevetto mai visto prima, che integra in un solo maxi attacco a slitta tutto ciò che siamo abituati a vedere per la gestione degli attrezzi su un trattore: sollevatore, presa di forza e connessione idraulica ed elettrica oltre al sistema di frenatura per il rimorchio.
È tutto concentrato in quello che gli austriaci hanno definito come “automated docking sistem”, un modulo di connessione automatica attivabile premendo un solo interruttore, senza dover scendere dalla cabina.

Non solo. La posizione a filo ruote speculare sia sul posteriore che sull’anteriore che oltre bilanciare meglio le masse dell’attrezzo sulla macchina consente di attaccare e staccare senza scendere dalla cabina e soprattutto ha permesso di far sbizzarrire gli ingegneri austriaci all’inventarsi i moduli operativi più vari e bizzarri.
I moduli operativi del Syn Trac
E con questa “magia tecnica” il Syntrac può all’occasione diventare un sollevatore telescopico, una macchina operatrice per la manutenzione dei bordi stradali, uno spalaneve, una falciatrice semovente. E ancora un trasporter con motrice in grado di sterzare a 90 gradi, una pala gommata o una gru forestale.

Addirittura c‘è un kit per trasformarla in una macchina su rotaia per la manutenzione ferroviaria o, in alternativa, si può aggiungere raggiungere un secondo motore in grado di fornire potenza dedicata direttamente alla presa di forza.
Si capisce allora quanto questa idea, quasi balzana, di stravolgere il classico attacco a tre punti diventa un pochino meno folle perchè lo trasforma in già che serve, grazie ai singoli moduli funzionali che si attaccano al Syntrac in meno di un minuto.
Motore CAT
Torniamo al corpo macchina per un attimo perché ed alla sua struttura che si capisce quanto sia stato possibile spingere sull’acceleratore della flessibilità.
l motore ad esempio. È stato posizionato esattamente sotto alla cabina per garantire un ottimo bilanciamento dei pesi, anche se resta l’incognita dell’isolamento di vibrazione e calore.

Si tratta di un motore CAT a sei cilindri in linea da 9.300 cc che sviluppa una maxi potenza da 430 cavalli, ovviamente Stage V con Scr, Doc e Dpf. La trasmissione è autoprodotta da Sy Trac: è una CVT con un variatore idromeccanico in grado di alternare due range di velocità da 0 a 60 km/h e da zero fino agli 80 orari.
Motore | CAT C9.3B 6 cilindri |
Cilindrata | 9.300 cm³ |
Potenza | 310 kW (420 PS) 1.800 |
Cambio | CVT |
Le sospensioni di Tatra
Velocita notevoli anche grazie ai due assali a sospensioni indipendenti autolivellanti fabbricate da Tatra (costruttore specializzato nella produzione di camion off road).
La trasmissione è ovviamente 4wd con blocchi differenziali longitudinali o trasversali e una configurazione 4x4 + 2 o addirittura 6x6 se al solito link a slitta si aggiunge un assale supplementare.

Una struttura tutto sommato complessa che per bypassare problemi di manovrabilità ha fatto incetta del sistema di sterata dei sollevatori telescopici: sul Syn Trac si girano le solo due ruote anteriori o le restanti 4 con la sterzata in parallelo o a granchio.
Idraulica premium
L'idraulica è ovviamente top class. Quella di servizio poggia su una pompa Load sensing da 180 l/min e 250 bar.
L’idraulica secondaria è disponibile in due opzioni possibili una pompa standard sempre da 180 litri al minuto e una heavy-duty da 360 litri al minuto che lo porta al top della categoria. Davanti e dietro una presa di forza da 1.000 giri al minuto
Cabina sospesa
La cabina si prospetta come il massimo del comfort per chi guida, non fosse perchè sospesa su un sistema idropneumatico.
Al suo interno non manca nulla: con tutte le funzioni e l’infotaiment concentrato sui due monitor laterali da 7,12” ancorati al bracciolo multifunzione e dedicati sia il controllo del mezzo che dei moduli.

Sparisce quindi il cluster classico sul piantone, che tra l’altro è multiregolabile.
Non mancano nemmeno tutte le opzioni per aumentare e non di poco il comfort di bordo con il sedile super comfort a sospensione pneumatica con riscaldamento, ventilazione, gli specchietti retrovisori telescopici e riscaldabili esattamente come i finestrini laterali.
L'investimento non è leggero
Riassumendo: il Syn Trac si comporta come un trattore, anzi è molto di più, perchè con il sistema modulare di attacchi diventa una macchina operativa multifunzione. Ha potenza meccanica e idraulica da vendere.
Una manovrabilità al pari di un telehander e una cabina confortevole e multiaccessoriata. Un mezzo quasi perfetto sulla carta che forse ha il suo maggior limite in un prezzo di acquisto che prevedibilmente potrebbe essere stratosferico.

C’è poi la questione se lo si possa considerare o meno un trattore agricolo o piuttosto un riadattabile alle operazioni agricole secondarie perchè meno adatto al pieno campo.