Trattori driveless, ancora troppo presto? Chiudiamo per un attimo a chiudere gli occhi e a immaginare... l’azienda “Tramezzani” con sede a Soncino ha necessità di iniziare la raccolta. Ma l’imprenditore agricolo conduttore è alle prese con la normale routine d’ufficio, con un sacco di scartoffie in attesa di essere gestite: fatture da pagare, bonus e sovvenzioni da richiedere, contratti di assicurazione da studiare, i nuovi cantieri da predisporre coi rispettivi ordini di semina da da gestire.
E sta arrivando un camion carico di fertilizzanti che dovrà essere scaricato e un paio di camion di grano da riempire non appena arriveranno in cortile. Ma non importa, "Johnny" porterà a termine i lavori in campo. Questo è il soprannome dato al trattore automatico driverless su cui l'azienda agricola ha investito per far fronte al crescente carico di lavoro di routine.
Johnny lavora con la supervisione di un operatore altamente qualificato che si concentra sull'irrorazione delle colture, sulla somministrazione del fertilizzante e sulla semina di precisione. Il tutto avviene automaticamente grazie alla mappatura dell’area di lavoro dell’azienda Tramezzani selezionato sul sistema di gestione basato su cloud di Johnny, concertato dal programma di "coltivazione primaria";
Johnny viene così attivato e la CPU gestisce anche l’unità di alimentazione (Jonny è elettrico, ve l’avevo detto?) e tutti i sistemi di aggancio all’attrezzatura. Quindi, dopo aver attivato il sistema di telecamere a 360° di bordo per una valutazione visiva della sicurezza, tramite il terminal in ufficio, è il momento di premere "tasto verde” e partire.
Uno scenario inverosimile?
Non proprio. La tecnologia dell’azienda Tramezzani (ovviamente di nostra invenzione) è per lo più già disponibile; le ragioni che mettono in stand by il boom di queste tecnologie in Italia sono fondamentalmente strutturali (scarsa digitalizzazione e frammentazione aziendale) e, ovviamente, di costo. Oltretutto in molte regioni europee non è ancora consentito il funzionamento dei macchinari senza conducente, driveless per l'appunto. A giudicare però da tendenze recenti e investimenti significativi nelle tecnologie adeguate, i produttori di macchinari agricoli sono sicuri di un inserimento a breve delle tecnologie di funzionamento remoto o automatico delle macchine.
Il futuro vicino già dal 2016
Quando Case IH ha presentato il Concept Vehicle su base Magnum nel 2016, gli ingegneri che hanno lavorato su tale progetto hanno chiaramente immaginato un trattore con un livello di automazione tale da non aver più bisogno di una cabina.
Passando oltre il tipo di lavoro che un trattore di questo tipo potrebbe svolgere, hanno anche focalizzato l’attenzione, forse per la prima volta in concreto, sull'equilibrio tra lavoro e vita privata che l'automazione della macchina robot potrebbe garantire, sollevando i conducenti dalla monotonia delle lunghe ore trascorse in lavori di routine e consentendo ai datori di lavoro di utilizzare meglio il loro tempo lavorativo, magari sulla formazione.
"L'aggiunta di un trattore autonomo all'attività di un'azienda agricola potrebbe avere un impatto più ampio sul modo in cui viene gestita l'attività", ha affermato la stessa CNH. "Quindi abbiamo lavorato a stretto contatto con le aziende agricole di prova per valutare non solo gli usi pratici e le prestazioni della macchina, ma anche il modo in cui il funzionamento autonomo potrebbe influenzare aree logistico-formative come l'uso della manodopera, la logistica e l'uso efficiente degli input".
Il “Cervo” integralista
La visione di John Deere di come potrebbe apparire un futuro trattore a guida autonoma è ancora più radicale: via il serbatoio del gasolio, la cabina e la trasmissione tradizionale che occupano così tanto spazio su un trattore convenzionale. Il trattore automatico di John Deere funziona su un singolo asse con un gruppo motore (teoricamente per ora) da 500 kW che eroga 250 kW condivisi tra l'asse del trattore e la ruota o la trazione elettrica dell'attrezzo. I restanti 250 kW sarebbero disponibili per la presa di forza e l'idraulica.
Kubota crede nell’elettrico
La visione di Kubota della futura forma e forma dei trattori a guida autonoma prevede anche sviluppi nell'energia elettrica che forniranno una capacità sufficiente per un tempo sufficientemente lungo, da essere sostenibile per una macchina che lavora in campo senza la possibilità di ricarica.
L '"X Tractor - Cross Tractor" di Kubota sarebbe inoltre dotato di regolazione in altezza per adattarsi a colture e terreni diversi e intelligenza artificiale per consentirgli di "apprendere" in fase operaiva per una navigazione ottimizzata, per migliorare funzionamento dell'attrezzo e comprimere i costi.
Oltre a commemorare i 130 anni del produttore, la motivazione principale di Kubota per esplorare l'autonomia è il rapido invecchiamento e il declino della popolazione di agricoltori del Giappone e una tendenza verso l’unione di molte piccole imprese familiari in meno aziende più grandi. X tractor cross è pensato per adattarsi a terreni, colture, pendenze differenti. Il cingolato è stato programmato per una guida autonoma stabile anche su risaie.
La dotazione tecnologica di X tractor cross utilizza una combinazione di GPS, sensori di bordo, telecamere per un sistema di guida basato sull’intelligenza artificiale. Questo permette al veicolo di monitorare diversi fattori come il clima e il tasso di crescita delle colture.
La macchina può prendere decisioni: quando uscire e svolgere attività come semina, raccolta o lavorazione del terreno. I dati ambientali ottenuti dai trattori in funzione possono essere automaticamente condivisi con altre macchine e gestiti centralmente per pianificare le attività aziendali.
Non sono stati rilasciati i dettagli sul sistema di propulsione, ma è al 100% elettrico. X tractor cross è dotato di un pacco batteria agli ioni di litio e di pannelli solari.
Questo è anche il motivo per cui ha messo al lavoro dal 2018 il trattore AgriRobo, una macchina tradizionale già in produzione dotata di tecnologie di guida autonoma. Kubota osserva che "AgriRobo consente all'operatore di pianificare, modificare e controllare tutte le operazioni autonome, con controllo e sistemi di sicurezza che assicurino che il trattore non esegua manovre errate o pericolose.
" La guida autonoma è una scelta obbligata secondo l’azienda visto che “in Giappone un numero crescente di agricoltori si ritira a causa dell’invecchiamento e la scala media delle aziende continua a crescere per una gestione efficiente dei terreni”. C’è carenza di manodopera e serve un’agricoltura intelligente.
I big non stanno a guardare
Yanmar, Mahindra e altri costruttori hanno sviluppato tecnologie a guida autonoma per trattori standard per motivi simili, mentre New Holland ha lavorato per implementare la flessibilità di utilizzo per il suo concept NHDrive, basato su New Holland Genesis con cabina e comandi tradizionali.
Sviluppato in collaborazione con Autonomous Solutions Inc, il trattore NHDrive può essere monitorato e controllato tramite un computer desktop o tablet portatile. Fornisce all'operatore remoto i dati in tempo reale del trattore e dell'attrezzo, una visualizzazione del tracciato del percorso e fino a quattro visualizzazioni della telecamera in tempo reale: due nella parte anteriore e due nella parte posteriore.
l'uomo imprescindibile ancora per un po'
Questo esempio ci porta a ritenere che, almeno nel breve termine, i trattori che possono operare da soli avranno comunque bisogno di un conducente; in altre situazioni, a causa del lavoro svolto, anche per la gestione dell’attrezzo sia comunque necessaria un costante e imprescindibile monitoraggio da parte dell’uomo. Pensiamo inoltre ai trasferimenti tra il cantiere e campo che coinvolgano strade pubbliche.